Pomodoro_Come se la Terra fosse il suo cielo

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di Silvia Cavalchi

Fondazione Palazzo Magnani

Saranno state, forse, la passione per l’arte e il segno pittorico o alcune affinità elettive ad indurre Tonino Guerra a dichiarare che “I pianeti di Pomodoro sono sparsi nel mondo come se la terra fosse il suo cielo”.

La collocazione di una scultura in un determinato luogo richiede sempre attenzione e studi approfonditi sul rapporto scultura-spazio circostante. Arnaldo Pomodoro preferisce l’aperto, il verde, le case, la gente in quanto la scultura è presa di uno spazio entro uno spazio maggiore in cui si vive e ci si muove.

Alcuni dei “pianeti” come Colonna del viaggiatore, Sfere, Rotante, Stele, Disco, Torre a spirale, Colpo d’ala, Edicola, hanno trovato collocazione temporanea a Reggio Emilia durante il periodo della mostra a lui dedicata nel 2006. Quattro grandi opere sono state a suo tempo posizionate in alcuni punti della città. Le sculture hanno trasformato quei luoghi, arricchito di significati, innescato dialettiche tra le proprie radici e l’avvenire, lasciato una scia di ricordi in chi ne è stato testimone.

Ingresso di Palazzo Magnani. Colonna del viaggiatore, 1962. Foto Dario Lasagni

La colonna del viaggiatore è un omaggio a La colonna senza fine di Brancusi, uno dei miei modelli di riferimento: prima Klee e Dubuffet, e immediatamente dopo Brancusi, quando mi sono reso conto che il mio lavoro si stava orientando dal rilievo verso la scultura tridimensionale. La colonna del viaggiatore indica il desiderio di scoprire lo spazio: c’era già stato il volo di Gagarin e, dunque, per me il viaggiatore era il novello conquistatore del cosmo.

Cortile Palazzo Ducale. Torre a spirale, 1985-94. Foto di Foto Superstudio

Le sculture in forma di spirale le ho progettate, ricordando le piazze dell’antica Roma, con il loro obelisco o la loro colonna. La forma crescente e avvolgente, e sempre più sottile, ha un senso di progressione continua, che è insieme di uguaglianza e di elevamento.

Basilica della Ghiara. Disco a forma di rosa del deserto, 1993-94. Foto Dario Lasagni

Per me l’opera è sempre in relazione ad ambienti (contesti) concreti che ho visto, visitato e conosciuto. Così, alcune mie sculture che si richiamano alla natura non sono collegate ad un’idea essenzializzata ed astratta di natura, ma alla concretezza del paesaggio e dell’ambiente. Ad esempio, nell’opera Disco in forma di rosa del deserto, la relazione formale con le rose del deserto è precisa, e l’allusione è metafora del faticoso e tuttavia inarrestabile principio di germinazione.

Piazza Roversi. Stele I, II, III, IV, 1997-2000. Foto Dario Lasagni

Nel 1996, in un viaggio nello Yemen, fui folgorato dalla visione delle colonne più preziose dell’intera Arabia felix, quelle della regina di Saba. Tronconi di pilastri non rotondi, ma rettangolari. Con graffiti smangiati dalla luce del deserto e dal vento: storie arcane di una civiltà perduta. Le mie Stele sono mosse da squarci ricamati da piccoli cunei e altre geometrie, così da sprigionare un valore ulteriore e costituire un’espressione distinta da quelle originali.

Le immagini che restano a testimonianza delle fasi di preparazione in situ risuonano di voci intrecciate, del picchiettio degli arnesi, dello stridore di una carrucola, di un “concerto a due voci” (suoni-rumori) degno delle più moderne sperimentazioni dodecafoniche.

Dietro a quelle forme pure, lucenti, esili ed imponenti, scalfite e levigate c’è una officina dove si lavora la materia, perché “in bilico tra metafisica e meccanica, tra cosmologia e orologeria le macchine monumentali di Pomodoro sono anche strani consegni urbanistici ed ecologici”.

Collocati nel paesetto marchigiano natale hanno un senso biografico, in un vecchio contesto urbano un senso evocativo, in una piazza di città moderna un senso di sintonia, sulla riva del mare un senso di infinito. Sono sculture piene di valenze aperte, hanno bisogno di siti significativi con cui combinarsi” (Giulio Carlo Argan).

Arnaldo Pomodoro. Opere 1960 – 2005”
a cura di Sandro Parmiggiani
(25 giugno – 8 ottobre 2006)
Palazzo Magnani, Reggio Emilia
Palazzo dei Principi, Correggio

Sito: www.palazzomagnani.it  
Pagina Facebook: @PalazzoMagnani
Instagram: palazzomagnani

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