Essere speranza è prendersi cura

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di Elena Romani

Nel febbraio del 1949 viene approvato il progetto di legge Provvedimenti per incrementare l’occupazione operaia, agevolando la costruzione di case per lavoratori. Per attuare i provvedimenti viene creato un nuovo ente, l’INA-Casa. Attiva tra il 1949 e il 1963, l’INA-Casa è arrivata a produrre 2.800 vani alla settimana e in 14 anni ne sono stati costruiti due milioni; 350.000 famiglie hanno trovato così una abitazione e ogni anno 40.000 operai edili un lavoro. Tra i tanti quartieri costruiti dall’INA Casa quello progettato alla Rosta Nuova a Reggio Emilia da Franco Albini e Enea Manfredini, due architetti bravi e coscienziosi, fu completato tra il 1959-60 e il 1961. Il progetto prevedeva la costruzione di 516 alloggi e di 38 spazi commerciali; migliaia sono gli abitanti che ancora oggi vi risiedono o fruiscono dei servizi che sono stati realizzati.

Albini e Manfredini non progettarono delle case ma un vero e proprio quartiere; lo concepirono per una comunità che con il trascorrere del tempo vi si sarebbe dovuta sempre più radicare. Per questa ragione costruirono mirando alla concretezza, alla solidità, alla durata. Si preoccuparono delle sistemazioni degli spazi aperti e finirono così per realizzare uno degli interventi pubblici più riusciti tra quelli varati nel dopoguerra, dotato dell’intima eleganza architettonica derivata dalla serietà dei loro intenti. Disegnarono le piante delle abitazioni con estrema intelligenza, fissando standard residenziali che ancora oggi hanno pochi uguali.

Il confronto con quanto è accaduto in molte città italiane con quello che si può osservare alla Rosta Nuova può sorprendere. Qui a Reggio Emilia, non vi sono segni di abbandono o degrado. Nonostante la popolazione sia cambiata e continui a cambiare, la Rosta Nuova non ha smesso di essere abitata da una comunità.

Ma come anche ogni opera ben riuscita anche la Rosta Nuova necessita di interventi di manutenzione. E’ necessario intervenire per lievi restauri sugli involucri dei corpi di fabbrica; è urgente risistemare gli spazi esterni tenendo conto di quanto è mutato il loro uso tra il 1961, quando i primi locatari arrivarono nel quartiere, e oggi; anche i servizi vanno riqualificati ed è urgente incentivare in ogni modo l’uso degli ambienti commerciali. È necessario pensare agli interventi di manutenzione con lo scopo di accrescere la capacità di attrazione del quartiere, rendendo le abitazioni più accessibili, dotando tutti i corpi di fabbrica di ascensori per venire incontro alle esigenze degli abitanti più anziani e di quelli più giovani.
Questi interventi dovrebbero essere studiati con la stessa cura con la quale Albini e Manfredini progettarono le case alla fine degli anni Cinquanta. E con la stessa cura si dovrebbe mettere a disposizione dei proprietari una semplificata gamma di indicazioni per provvedere all’adeguamento delle singole abitazioni. Tutto ciò comporterebbe soluzioni semplici e ragionevoli.

Tuttavia, per quanto si è accennato e per altre ragioni che ora dobbiamo ignorare, la Rosta Nuova è un vanto di una città, il risultato di un tempo in cui la politica seppe fornire risposte all’altezza della durezza dei tempi e, infine, una delle prove migliori che la cultura architettonica ha saputo dare nel mettersi al servizio dei bisogni dei cittadini.
È, la Rosta Nuova, un piccolo ma significativo monumento. E allora, è una speranza vana pensare che in un Paese come l’Italia, dove il patrimonio delle opere pubbliche viene sottoposto a manutenzione prevalentemente per ragioni di emergenza, si possa dare una prova che la manutenzione è lo strumento attraverso il quale i valori, tutti i valori, non soltanto vengono preservati ma accresciuti?

 

Elena Romani, cittadina di Reggio Emilia,
grande appassionata di architettura del ‘900 e di Franco Albini, nel 2016 si trasferisce alla Rosta Nuova, quartiere modello progettato dal Maestro milanese e dal nostro illustre concittadino Enea Manfredini, sul finire degli anni ’50.
Nel settembre 2017 organizza, con la collaborazione di Casabella e dell’ordine degli architetti di Reggio Emilia la conferenza Diritto all’abitare e qualità dello spazio pubblico – INA-CASA Rosta Nuova, in cui si è voluto illustrare e condividere con la cittadinanza uno dei momenti cruciali della storia dell’urbanistica e dell’architettura del Novecento italiano.

Scarica il libro: Semplice, nuovo, giusto. Visita al quartiere Rosta Nuova di Alberto Manfredini, Andrea Rinaldi, Elena Cattani

Scarica l’articolo sul progetto INACasa estratto da CASABELLA 875/876 luglio/agosto 2017

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