Spazio Neutro

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di Ilaria Campioli

Da alcuni mesi il passaggio coperto che collega la via Emilia a piazza Prampolini ospita Neutro, progetto espositivo open air ideato da Andrea Da Villa, Silvia Lomi e Matteo Messori. Sei grandi bacheche in disuso si trasformano in altrettanti display in cui gli artisti invitati hanno la possibilità di ripensare le proprie opere in una nuova interazione con il pubblico. Per l’apertura, Neutro, ha visto l’intervento di The Cool Couple, mentre è in corso la mostra di Renato D’Agostin, Metroplis. Gli artisti inviati sono chiamati ad adattare i progetti a questa nuova forma, in cui il rapporto con il pubblico appare profondamente modificato rispetto alle dinamiche che si innestano in un tradizionale spazio espositivo. Il legame che si viene a creare fra pubblico e opera fa leva sulle quelle connessioni, anche casuali, che spesso si vengono ad innestare nello spazio pubblico. Legami, richiami, assonanze operano fra di loro per generare di volta in volta nuove idee e stimoli aperti a chiunque abbia voglia di interagire. Questo articolo nasce da una chiacchierata con i tre giovani ideatori dell’iniziativa.

Da dove nasce l’idea di Spazio Neutro? Vi va di raccontarci qualcosa della genesi del progetto?

Neutro è nato davanti ad un bicchiere di lambrusco e dell’erbazzone, in maniera spontanea e un po’ sfrontata. Da tempo ragionavamo sull’idea di uno spazio che fosse auto visitabile e aperto a chiunque passasse, che non ponesse l’obbligo di dover “varcare una soglia” per fruirlo; l’idea nasce da lì. Quando ci siamo imbattuti a Reggio Emilia nelle sei grandi bacheche in disuso, senza pensarci troppo abbiamo bussato alla porta della banca che le aveva in gestione e così ha avuto vita il progetto.

L’azione alla base del progetto è semplice: sfruttare bacheche commerciali inutilizzate sganciandole dalla tradizionale nozione di spazio pubblicitario per consentire un cambio di funzione che stabilisce un nuovo e casuale incontro tra l’opera d’arte e il pubblico.


La mostra in corso è dedicata al fotografo Renato D’Agostin mentre quella precedente ai The Cool Couple. Come vi muovete nella scelta dei progetti e come cambiano i criteri espositivi rispetto all’allestimento in uno spazio all’aperto e pubblico

In occasione dell’apertura la scelta degli artisti è ricaduta su The Cool Couple, duo che lavora con i processi di interazione tra il pubblico e le immagini, tematica insita nella natura di Neutro. Anche la scelta di Renato D’Agostin è legata alla relazione che potevano innescare le sue opere con lo spazio ed il passante. I soggetti delle foto di Metropolis attraverso un processo mentale e visivo di astrazione vogliono rivelare l’essenza della città, aprendo così un varco nell’immaginazione dello spettatore che è portato a riconoscere in esse elementi cognitivi o emozionali uguali e/o diversi in qualunque parte del mondo.

Al di là della scelta degli artisti, Neutro è privo di curatela, le decisioni espositive sono lasciate agli artisti chiamati a sperimentare liberamente e a confrontarsi in maniera diretta e imprevedibile con i cittadini: l’esposizione permette ai visitatori abituali o occasionali di reagire, soffermandosi per apprezzarla, odiarla, capirla o semplicemente ignorarla e passare oltre.

Una parte importante del progetto Neutro riguarda le pubblicazioni che accompagnano i diversi progetti espositivi. Vi va di parlacene?

L’idea di accompagnare le esposizioni con una pubblicazione è nata per tenere traccia dell’intervento degli artisti ospitati da Neutro, data la possibile natura effimera delle opere. Il suo formato ricalca la peculiarità delle bacheche: una busta trasparente rappresenta lo spazio, un display al cui interno sono raccolti ed esposti i lavori dell’artista. Ma vuole essere anche un diverso modo di fruire l’esposizione grazie ad un testo critico redatto da una terza figura che introduce un’ulteriore lettura al progetto. Il prodotto di questo processo sarà il risultato della visione di tutti e tre gli attori coinvolti, racchiuso in un unico pezzo.

L’edizione realizzata per Let’s Not Be Honest dei TCC replicava il lavoro del duo in mostra, su sei riproduzioni digitali di immagini scaricate dal web gli artisti sono intervenuti manualmente con frasi e slogan come fatto sulle bacheche; la seconda edizione legata alla mostra in corso racchiude sei soggetti esposti, ognuno contribuisce alla costruzione di una città archetipa, ma può essere anche letto come un singolo capitolo di Metropolis, fatto di armonie e interferenze in un perpetuo equilibrio tra la luce e l’ombra.

Se l’avete già programmata vi va di raccontarci qualcosa sulla prossima mostra?

Ogni mostra è un capitolo a sé stante e nella sua programmazione non seguiamo tematiche predefinite. Il focus di Neutro è il metodo con cui artisti differenti, partendo dalla propria pratica, si relazionano ed interpretano lo spazio, e successivamente di come l’opera viene a sua volta letta dai passanti che attraversano la galleria. L’apertura della terza mostra è prevista per marzo, ma non vogliamo svelarvi nulla!

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