Filippo De Pieri_Una comunità orizzontale

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Una comunità orizzontale.
Osvaldo Piacentini e il Villaggio della Nebbiara:
Culture abitative, culture urbanistiche e cattolicesimo sociale a Reggio Emilia nel secondo dopoguerra
Le diciotto famiglie che nel 1960 si insediano nel Villaggio della Nebbiara, alla periferia sud di Reggio Emilia, hanno in comune alcune aspirazioni. Una prima aspirazione riguarda l’accesso alla proprietà della casa: il Villaggio è costruito da una cooperativa che accede, per la sua realizzazione, a fondi del programma Ina-Casa. Una seconda aspirazione riguarda la possibilità di creare, in una città in espansione e in pieno miracolo economico, le condizioni per la costruzione di una comunità piccola ma attraversata da forti legami.

La cooperativa che fonda il Villaggio ha in parte origine in un’esperienza professionale. Alcuni membri provengono dalla Cooperativa architetti e ingegneri di Reggio Emilia (Caire), un gruppo di progettisti molto attivo sul territorio reggiano e impegnato tra l’altro, negli anni precedenti, nel disegno di alcuni interessanti quartieri di edilizia residenziale. Per questa ragione il complesso è anche noto a Reggio con il nome di “Villaggio Architetti”.

A unire gli abitanti è anche una sentita fede religiosa: cerimonie e rituali cattolici contribuiscono a scandire fin dall’inizio l’esperienza del luogo. Le due componenti, professionale e confessionale, trovano una sintesi nella personalità di Osvaldo Piacentini (1922-1985), l’architetto-urbanista che è stato uno dei fondatori della Caire ed è vicino a don Giuseppe Dossetti, per il quale ha lavorato tra l’altro al Libro bianco su Bologna del 1956. Della parrocchia del Preziosissimo Sangue, eretta nel quartiere nel 1966, Piacentini diventa diacono alla fine degli anni Settanta.

Quando il Villaggio viene completato si trova letteralmente in aperta campagna. Il progetto iniziale prevede ampi spazi verdi comuni, una centrale termica, uno stenditoio, un teatro, un asilo nido, un negozio e un bar: non tutto sarà realizzato. Nei primi anni la vita della comunità residenziale è segnata dalla presenza di un grande numero di bambini. A casa Piacentini sono quattro ma crescono nel tempo fino a diventare dodici, ponendo il problema di come occupare case che sono state pensate inizialmente per il modello di una famiglia nucleare standard. Anche la città intorno al Villaggio non tarda a crescere. Nel 1962, dopo l’approvazione della legge 167, il piano per l’edilizia economica e popolare di Reggio Emilia redatto dalla Caire prefigura la realizzazione di nuovi nuclei abitativi e di servizi. Poco dopo arriveranno scuole, negozi, un centro direzionale.

Questa unità residenziale orizzontale sembra condensare, nel suo spazio raccolto e nella sua breve storia, alcune questioni che vanno al cuore di quello che è stato chiamato il modello emiliano di governo del territorio: l’obiettivo di costruire una città in cui le differenze sociali siano destinate progressivamente ad attenuarsi; la fiducia nel cooperativismo; il dialogo tra culture amministrative comuniste e culture cattoliche; il decentramento come occasione per sperimentare nuove forme di uso della città contemporanea. Il Villaggio rimanda a un’Italia che può apparire molto remota, ma al tempo stesso le esperienze di abitare condiviso compiute in questo luogo presentano dei tratti di sorprendente modernità. Una comunità di abitanti che, nata sotto il segno dell’associazione volontaristica tra individui uniti da comuni interessi e convinzioni, sembra oggi basarsi soprattutto sulla continuità nel tempo dell’insediamento familiare e sulla trasmissione alle seconde e terze generazioni di valori, memorie, stili di vita.

Tratto da «Città e Storia», XIII, 2018, 1-2, pp. 97-116, doi: 10.17426/68936

Filippo De Pieri, autore di numerose pubblicazioni, insegna Storia dell’architettura e della città al Politecnico di Torino. Le sue ricerche si concentrano prevalentemente sulla storia delle città di Otto/Novecento.
Fotografie di Luciano Rotteglia, per gentile concessione di Archivio Osvaldo Piacentini.
Sito: http://archiviopiacentini.it/

Foto in copertina di Chiara Piacentini


Architettura & Design è una rubrica curata dall’Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti, Conservatori di Reggio Emilia.  RIGENERA è il festival dell’architettura contemporanea che si terrà a Reggio Emilia per pensare alla città di domani più densa, versatile, bella, creativa, circolare, per le persone. Il Festival dell’Architettura è un progetto dell’Ordine degli Architetti PPC di Reggio Emilia promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo. Vincitore del bando “Festival dell’Architettura”.

 

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