#1 Collezione Maramotti e I Teatri_Trisha Brown “Early Works”

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Trisha Brown “Early Works”
Collezione Maramotti e I Teatri

Nel 2009 prende avvio la collaborazione tra Collezione Maramotti, Max Mara e Fondazione I Teatri che porterà a presentare negli spazi della Collezione, in dialogo con le sue opere, spettacoli e performance site specific di danza, una volta ogni due anni, nella cornice del Festival Aperto. L’invito a coreografi di fama internazionale a ideare e presentare performance di danza in spazi dedicati all’arte contemporanea nasce dalla volontà di attivare un confronto diretto e stimolante fra coreutica e arti visive.
Protagonista del primo appuntamento è una delle figure più rappresentative della danza contemporanea, Trisha Brown, che con la sua compagnia mette in scena in diversi punti della Collezione i suoi Early Works, composti tra il 1970 e il 1974.

Gli Early Works – che avevano avuto altre prestigiose cornici internazionali come il Centre Georges Pompidou di Parigi, il New Museum of Contemporary Art di New York, il Contemporary Art Museum di Houston, il Whitney Museum of American Art di New York – prevedono un numero variabile di danzatori, da due a nove, in una danza astratta e complessa, ora accompagnata da note musicali, ora in assenza di musica, che si fonde, interagisce, si relaziona con i linguaggi visivi di dipinti, sculture e installazioni del luogo, rappresentativi di alcune tra le principali tendenze artistiche italiane e internazionali affermatesi dal secondo Dopoguerra.
Un’opportunità per scoprire con occhi nuovi un luogo di memoria e di arte che in occasione di questo incontro di linguaggi, accomunati da radici sperimentali, potrà arricchire di nuove suggestioni il visitatore e lo spettatore.

“Le opere di Trisha Brown degli anni 70, presentate oggi a Reggio Emilia e considerate da sempre dalla critica come la massima espressione di danza minimalista – scrive la storica dell’arte Susan Rosenberg – mostrano la sua idea di coreografia come struttura visibile dalla mente e dagli occhi. Vedere la “partitura” che compone le creazioni di Trisha Brown è come vedere un’architettura astratta in cui si compiono movimenti effimeri in base a procedure strutturate.
La struttura del movimento individuale permette allo spettatore di percepire ogni gesto fisico come se fosse creato nel momento stesso della sua esecuzione e in relazione al corpo del singolo ballerino che si muove in uno spazio tridimensionale. Coreografia e movimento sono visibili, unici e statici.”

Dopo la Trisha Brown Dance Company (2009), la Collezione Maramotti ha ospitato Shen Wei Dance Arts (2011), Wayne McGregor | Random Dance (2013), Hofesh Shechter/Shechter Junior (2015), Saburo Teshigawara_KARAS (2017) e Dimitris Papaioannou (2019).

In questo momento storico, che vede le istituzioni culturali chiuse al pubblico, Collezione Maramotti, I Teatri e le compagnie di danza hanno deciso di rendere fruibili online le registrazioni integrali degli spettacoli.  In anteprima sul canale YouTube di Collezione Maramotti la domenica alle ore 20:15.

In copertina, foto di Alfredo Anceschi

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