Raffaello ritrattista

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Raffaello ritrattista e l’”Elisabetta Gonzaga” delle Gallerie degli Uffizi

di Marzia Faietti

Giorgio Vasari aveva certamente ragione a sottolineare, tra le doti di Raffaello, “il dono della grazia delle teste”. Quella prerogativa gli aveva infatti consentito di descrivere giovani, vecchi e donne, riservando “alle modeste la modestia, alle lascive la lascivia, et ai putti ora i vizii negli occhi et ora i giuochi nelle attitudini”.
Dunque, le “arie delle teste”, con la loro diversità morfologica, avevano il compito di esprimere i differenti moti dell’animo. La loro calcolata orchestrazione all’interno di un meccanismo compositivo e narrativo – dal meno complesso come le Madonne con il Bambino o le Sacre Famiglie con o senza santi, al più complesso come gli affreschi su vasta scala – consentirono all’artista quell’inserimento armonioso dell’individuo nella collettività, che si è risolto in una formula di successo per l’efficacia comunicativa del suo linguaggio.
Nel genere del ritratto in particolare, sia femminile che maschile, Raffaello raggiunse vertici di straordinaria elevatezza, in competizione con lo stesso Leonardo. I suoi ritratti di donne spiccano non solo per la bellezza di molte delle figure rappresentate (non dimentichiamo che il ritratto di una bella donna nel Rinascimento era una metafora della bellezza della pittura allo stesso modo della figura del bell’artista), ma anche per la sensibilità nel cogliere di volta in volta le prerogative specifiche della donna dipinta e, insieme, per la capacità di elevarle a doti universali e simboliche.
Non solo: Raffaello sa anche interpretare assai sensibilmente le aspettative dell’eventuale committente e rispondere alle sue esigenze di rappresentazione del soggetto. Non a caso venne assai lodato dai letterati e poeti contemporanei proprio per la sua capacità ritrattistica. Un esempio significativo a quest’ultimo riguardo è il Ritratto di Elisabetta Gonzaga oggi alle Gallerie degli Uffizi, che l’artista dipinse ancora assai giovane.
L’umanista Baldassarre Castiglione, grande amico dell’Urbinate, si soffermò a più riprese sull’effigie di Elisabetta, la donna amata che aveva celebrato per la bellezza singolare e la ricchezza di doti spirituali ne Il libro del Cortegiano, edito solo nell’aprile del 1528, ma scritto quando Raffaello era ancora in vita. Quell’immagine pittorica è stata ipoteticamente identificata con il ritratto oggi agli Uffizi e messa in relazione con i due sonetti, rispettivamente del 1513 e del 1519, che una tradizione di primo Seicento designa come sonetti dello specchio, in quanto sarebbero stati trovati dietro a uno specchio insieme al ritratto.
Esiste poi un abbozzo per un sonetto, del 6 dicembre 1506, ugualmente riferibile al ritratto custodito dietro lo specchio che Castiglione avrebbe portato con sé a Londra durante un viaggio intrapreso per conto del Duca Guidobaldo, consorte di Elisabetta. Il sonetto del 1506 fornisce un preciso ante quem per il dipinto fiorentino, che si pone dunque in relazione con gli anni giovanili urbinati dell’artista e con la raffinata corte di Guidobaldo, ancora prima del soggiorno a Firenze (1504-1508).
La smaterializzazione iconica della figura traduce l’idealizzazione della donna amata da parte di Castiglione e la sua aderenza al profilo della donna ideale, che nel Cortegiano doveva combinare tra loro i requisiti della “grazia”, della “venustà”, dei meriti e dei buoni costumi. Una donna ideale e reale allo stesso tempo, vicina e distante (era pur sempre la consorte del duca), dotata inoltre di un’autonomia culturale e intellettuale. E non a caso proprio a Elisabetta, insieme a Emilia Pia di Carpi, Castiglione affidò il compito di orchestrare le conversazioni tra gentiluomini descritte nel Cortegiano.

Qui il Sito della mostra alle Scuderie del Quirinale

Qui un video con una passeggiata in mostra

Qui è possibile vedere altri video con approfondimenti e dietro le quinte della mostra.

 

Marzia Faietti è stata Direttrice Storica d’Arte presso le Gallerie degli Uffizi fino al 31 dicembre del 2018, con gli incarichi di direzione del Gabinetto dei Disegni e delle Stampe, ricoprendo da ultimo sia il coordinamento della Divisione Educazione, Ricerca e Sviluppo che quello del Gabinetto dei Disegni e delle Stampe. Ora collabora per progetti scientifici con le Gallerie degli Uffizi ed è ospite scientifico presso il Kunsthistorisches Institut in Florenz-Max-Planck-Institut.
Dall’anno accademico 2000-2001 ricopre il ruolo di professore a contratto presso la Scuola di Specializzazione in Beni Storico-Artistici dell’Università degli Studi di Bologna dove attualmente insegna Storia del disegno e della grafica, mentre dall’anno accademico 2011-2012 ha assunto l’incarico di professore a contratto presso la Scuola di Specializzazione in Beni storico-artistici dell’Università Cattolica del Sacro Cuore a Milano per l’insegnamento di Storia del disegno, dell’incisione e della grafica.
Dal 2008 al 2012 è stata membro direttivo del Comitato italiano CIHA, mentre dal 2013 è presidente dello stesso Comitato, nonché vicepresidente del Bureau Internazionale del CIHA. Dal settembre 2017 è stata nominata Presidente del Comitato Scientifico della Fondazione Magnani a Reggio Emilia.

 

 

In copertina ©Raffaello, Ritratto di Elisabetta Gonzaga, 1502 ca, olio su tavola, 52,9×37,4 cm, Firenze, Gallerie degli Uffizi

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