Ma non esiste #2

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di Collettivo FX

Manonesiste è un progetto nato da un po’ di persone interessate a raccontare le Officine Reggiane come sono oggi. Un’ex area industriale abbandonata diventata un vero e proprio quartiere abitato da persone senza fissa dimora. E del quartiere ha tutte le caratteristiche: vicini che collaborano e vicini che si odiano, il parrucchiere “di condominio”, l’area verde, i problemi con i rifiuti, gli schiamazzi.
Questo quartiere però, così come le persone che lo abitano, in sostanza non esiste. Non per il centro della città – dal quale è lontano solo pochi metri – non per la legge, non per i diritti. Manonesiste ha così voluto raccontare la storia di queste persone che esistono, ma è come se non esistessero.
Non hanno fissa dimora, nè tutele, nè libertà. Come sono arrivati qui? Come vivono? Da dove vengono? Le storie del “sindaco”, il “santo”, il “carpentiere”, la “volontaria” e il “calciatore” sono tutte ispirate a storie vere, raccolte alle Reggiane. Ogni storia è stata raccontata con le parole ma soprattutto attraverso delle opere realizzate in linoleografia in 30 copie che tra il dicembre 2018 e giugno 2019 sono state affisse in città, di notte, per essere “rubate” dai passanti. Gli “attacchinaggi” sono stati annunciati di volta in volta tramite il profilo instagram @manonesiste. Chi riusciva a recuperare e portare a casa l’opera trovava sul retro il link per leggere la storia del personaggio.

Tutte le storie sono ora disponibili su https://manonesiste.wordpress.com/.

Le immagini degli attacchinaggi sono su https://www.instagram.com/manonesiste/

 

“IL SINDACO”

Sindaco in carica
Ex navigatore
Ama Napoli
Separato, ha un figlio di 29 anni
Vive in Italia dal 1986
Ha 25 anni di contributi
Ma non esiste.

Mothusi è nero come il catrame. Gli occhi neri, di opale, un pozzo senza fondo. Nera, nera come la pece la pelle, tanto nera da non distinguerne i tratti. Neri i vestiti, stretti su un corpo esile, animato da un’eleganza nervosa, di muscoli tesi, veloci, potenti.  “Io? Io sono un navigatore”. Silenzio. “Non scherzo – anche se nessuno pare mettere in dubbio le sue parole lente, meditate, autorevoli. Posso condurre qualsiasi barca. Anche una Costa. Non scherzo. Sono un timoniere”.
Così inizia la sua storia, raccontata nella luce calante di un pomeriggio di novembre in uno dei capanni piccoli delle Officine Meccaniche Reggiane, una volta magazzini. La storia di un pirata. “Sono di Sekondi, in Ghana, una bellissima città di mare. Lì ho studiato alla scuola nautica e ho fatto il marinaio per diversi anni, come timoniere. Conducevo navi di container. Le ho portate in Brasile, Uruguay… la traversata dura 15 giorni. Poi Barcellona, Amsterdam, Napoli. A Napoli ci ho lasciato il cuore e la seconda volta che ci sono capitato sono rimasto lì. Non so… c’è qualcosa nella gente di Napoli che mi ha colpito, forse mi ha ricordato casa. La gente di Napoli ama il mare come lo amo io.
Era il 1986 e da quel momento ho fatto tanti lavori diversi e vissuto in varie città. Al Sud l’imbianchino, al Nord ho lavorato in fabbrica. Nell’88 ho iniziato a lavorare in un’azienda che smaltiva l’amianto, un giorno il capo mi ha chiesto chiesto quanti anni avevo. Ventisei. Troppo giovane, ti trovo un altro posto. Qui non va bene”.
Nel frattempo attorno a noi si radunano un po’ di persone, chiacchierano in italiano, inglese, ghanese. Forse altre lingue. “Ho 25 anni di contributi ma non ho più un lavoro. In 25 anni ho fatto meno di 10 giorni di malattia, non ho mai chiesto la disoccupazione e adesso non posso perchè è troppo che non lavoro”.
A Reggio Emilia è arrivato grazie all’aiuto di un gruppo di suore, una lunga catena di contatti che lo hanno portato da Bologna a Modena e da Modena a Reggio Emilia. Lunga è anche la lista delle aziende per cui ha lavorato, un su e giù lungo la triste storia recente di cooperative fallite e di licenziamenti di massa. . Da oltre un anno vive alle Reggiane, in uno spazio piccolo e tranquillo. Qui è chiamato da tutti Il Sindaco. Oggi, nella stanza, è tutto accatastato in un angolo per permetterci di disegnare un muro. Una madonna.
“Facciamo una madonna al timone di una nave? O porta sfortuna?” chiediamo. Gli occhi neri come l’opale brillano di colpo. Pochi minuti dopo il Sindaco ci deve lasciare. Accompagna alcuni amici agli Avvocati di strada, “hanno bisogno di una mano”. Spero di tornare per salutarvi, ma se dovete andare accostate la porta e ci vediamo un altro giorno”. “Non chiudiamo?” “Non ce n’è bisogno. Nessuno entra a casa del sindaco”.
Mentre accostiamo la porta non possiamo non notare un libro nero, con una scritta in oro sul fronte, appoggiato su una sedia: 
CODICE COMPLETO DELLA CASA E DEL CONDOMINIO. 
Il breviario indispensabile per Amministratori e Proprietari di stabili, case ed appartamenti. 
Letture da Amministratore.
#MANONESISTE

Foto ©Collettivo FX

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