Curiosità_ I ragazzi zitti

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Curiosità è una parola inquieta come la sua origine: indica cura e sollecitudine per ciò che ci circonda, sete di conoscere, molla che ci spinge a uscire dalle certezze consolidate per esplorare territori sempre nuovi, a volte rischiosi. Ecco in che modo i ragazzi del Giardino del Baobab la interpretano.

Come Ulisse, mi annoierei se non continuassi a ricercare il nuovo. Anche se Penelope è stata per l’eroe greco bella come lo sono per me la sicurezza e la pace di casa, l’anima mia, proprio come la sua, aspira a inseguire la meraviglia di ciò che, da sconosciuto, si fa noto.
Allora parto per un viaggio che non ha fine e vado a cercare le differenze dell’oggi rispetto a ieri in ogni cosa, anche in me stesso. Poi libero la fantasia perché mi aiuti veicolando nuove curiosità, nuove domande che chiamano risposte. Agli occhi miei mi sento così rinnovato, e vivo nella dinamicità dell’esplorare.
Gioia è in me con il nome Meraviglia ed essa già inizia nell’attimo dell’attesa di trovare quel che mi farà crescere in conoscenza.
Solo l’ignoranza ci inganna facendoci credere di sapere tutto. Beato l’uomo umile che, consapevole di non sapere, continua a indagare seguendo sentieri non ancora percorsi.
(Giovanni M.)

Per ogni uomo la curiosità è una forma di elevazione, una spinta verso le scoperte più piacevoli oltre che più utili. È parte di noi come esseri sociali, e ingrediente essenziale già per le antiche pratiche filosofiche.
A volte può farci cadere, come è accaduto a Orfeo che ha perduto Euridice, quando, legati al solo sapere carnale, siamo troppo presi dall’incessante spinta naturale a voler vedere prima di credere.
Ragione e accoglienza spesso accompagnano la curiosità: la prima perché senza di essa non potrebbe esistere nessuna forma di pensiero, la seconda perché senza accogliere altri pensieri non ci evolviamo.
(Francesca C.)

La curiosità ha molte forme e molte direzioni. È un grave difetto quando il suo obiettivo è indagare su cose futili o inappropriate. Fare domande per scoprire i limiti o le mancanze di un’altra persona per poi giudicarla e offenderla è irrispettoso non solo verso la propria ma anche verso l’altrui dignità.
Se invece è utilizzata al fine di conoscere è una qualità preziosa: solo chi sa mantenere vivo l’interesse verso il nuovo, rivolto a cose fino ad allora a lui sconosciute, ed è capace di stupirsene, continuerà a imparare rinnovando anche se stesso. La curiosità fa sì che lo sguardo sia vivace e attento e che la mente si interroghi su ciò che vede.
La natura ha ancora milioni di segreti che attendono solo di essere svelati. Ma sarà l’umiltà di ammettere la nostra ignoranza che ci permetterà di farlo.
(Marvin M.)

Curiosità è parlare di una cosa che non conosci e provare a capirla meglio.
Curiosità è parlare di una cosa che pensi possa essere pubblica ma non lo è.
Curiosità è un piccolo fiore di pensiero per piacevole comunicazione.
(Eleonora C.)

Questo gran mondo […] è lo specchio in cui dobbiamo guardare per conoscerci dal lato giusto. Insomma, voglio che questo sia il libro del mio scolaro […] non c’è che da assecondare il desiderio e l’amore, altrimenti non si fanno che asini carichi di libri.
(Michel de Montaigne)

Caro Montaigne,
interessante il tuo discorrere che mi trova completamente d’accordo. La curiosità è anche a mio avviso un’ottima molla all’acquisizione di saperi sempre nuovi. Certo è che l’uomo deve mantenere integro il suo desiderio di conoscenza nell’umiltà di riconoscere la propria ignoranza. Lo stupore e la meraviglia che ci devono accompagnare su nuove strade rendono il nostro viaggio gioioso. Gli eccessi, come in ogni cosa, portano a squilibri che ci fanno dimenticare i nostri limiti, perciò anche ambizione e curiosità possono trasformarsi in distorsioni, generando disarmonie. Una curiosità che resti alla superficie delle cose è sterile. Se invece suscita desiderio di imparare, come il nome stesso di filosofia indica, ci rende saggi.
L’incontro con l’altro da noi può diventare grande occasione di conoscenza se saremo in grado di tenere gli occhi e il cuore aperti. Viaggiare, cercare confronti, senza preconcetti, tra culture diverse farà di noi uomini liberi, capaci di superare etichette e pregiudizi. Molto ho ammirato il tuo credere nell’educazione come uno strumento di crescita soprattutto per i giovani, a cui bisogna insegnare a guardare e apprezzare tanto la meraviglia e la grandezza della natura quanto la varietà del mondo. Ecco che con mente aperta sapranno affrontare la vita con la gioiosa saggezza del loro tempo, restando pronti a ricercare quella del giorno successivo. Mai avrei creduto che la filosofia sarebbe stata in grado di plasmare in me una mente nuova, che si diverte nel farsi domande ancor prima che cercare risposte. Questo fa sì che il guardare e l’ascoltare siano sempre piacevoli e motivanti, così che non si esaurisca mai la mia sete di sapere.
(Anillo S.)

Tutta la loro vita si svolgeva non secondo leggi, statuti o regole, ma secondo il volere di ciascuno, il loro libero arbitrio.
(François Rabelais)

Caro Rabelais,
finalmente mi ritrovo in un sistema educativo che mi piace molto. Secondo il programma della abbazia di Thélème, la formazione deve essere sottratta agli “impantofolati” e agli “ingoiatori di nebbia”. Lo studio fa parte della vita come il mangiare e il divertirsi poiché tutto è collegato e significativo se visto nella sua semplice complessità. Io vorrei essere come Gargantua che impara fisica facendo ginnastica, matematica giocando a carte o biologia mangiando. Vorrei andare insieme a lui a vedere come nascono gli oggetti più disparati, quindi fare lezione nei cantieri, nelle fabbriche, nei laboratori degli artigiani. Vorrei che il mio Ponocrate fosse forte e simpatico, che mi mostrasse il mondo così intensamente da non vedere più solo il mio interiore nella sua piccolezza, ma aprirmi alla comprensione che ciascuno di noi è parte di un tutto.
(Edoardo C.)

Cercare
Solo colui che è assopito
rinuncia a cercare
e si accontenta di ciò
che è e di quanto ha.
Sempre nuovi stimoli e nuovi obiettivi
scacciare sanno noia e abitudine
che uccidono la creatività.
Cerco me stesso ad ogni mattino
inventandomi ancor più vitale e originale.
Cercare è un obbligo
che di me fa un uomo saggio.
(Simone C.)

Viaggi
Viaggio nella mente
a mete lontane ammicco
progettando di raggiungerle
un passo dopo l’altro.
Viaggio nel cuore
visitando luoghi d’amore
la meraviglia mi spinge
a cercarne sempre nuovi.
(Camilla C.)

Improvvisazioni
Libera la mente
da ogni pregiudizio o preconcetto
lasciala vagare tra sogno e fantasia
così da colorare la realtà con tinte allegre.
Libera di cercare
la mente troverà strade nuove
e improvvisando costruirà nuovi confini.
(Giovanni T.)

La porta
La porta conduce all’ignoto.
Muto sorpasso le colonne.
Posso penetrare, ma rimango prudente.
Ho sempre rifiutato di superare il mio mondo,
ritengo sia più tranquillo, ma disabitato.
Non posso eremita vivere. Però tremano i miei passi.
Voi ora lo sapete, mi esercito, siate alleati.
(Giovanni B.)

 


L’Associazione di Promozione Sociale “Il Giardino del Baobab” di Reggio Emilia nasce dal desiderio di promuovere la cultura dell’Unicità della persona e della differenza come risorsa, di dare voce e riconoscimento al pensiero ricco e profondo di chi finora era costretto al silenzio perché non in possesso di linguaggio verbale, creare occasioni di incontro, di conoscenza e di riflessione.

Indomiti è un progetto editoriale all’interno dell’associazione. Si occupa in particolare di progettazione culturale, mettendo al centro il contributo e il ruolo dei ragazzi disabili per una prospettiva nuova. Indomiti vuole scardinare le certezze del pensiero odierno, proponendo un pensiero differente, per ribaltare il punto di vista di chiunque incontri, valorizzando l’unicità di tutti:“ognuno ha la sua verità, è questione di angolazione”.



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