Stefania Vasques_La rivoluzione dell’architettura e del design
Libertà….
Una casa duttile, leggera, economica per tutti, senza strada, ne numero civico, una roulotte a forma di casa, vere e propria soluzioni abitative, nomadi, ma anche, perché no definitive, in luoghi immersi nella natura, come la casa “Pop up” di Brette Haus – www.brette.haus. Una casa prefabbricata, un modulo abitativo di 49 mq replicabile (a partire da 35 mila euro), si costruisce assemblando le varie parti fino a ottenere una casa completa di cablaggi e impianti. Può essere installata dove vuoi e con tutto quello che serve per vivere. L’inutile e il superfluo viene lasciato fuori dalla porta senza rinunciare alla bellezza e al comfort. La casa viene consegnata in un container e si espande di oltre il 100%, come se fosse un pop-up, e può essere posizionata ovunque, a patto che sia una superficie piana, in meno di tre ore. I moduli possono essere usati come rifugio, casa vacanze, casa sull’albero, o abitazione temporanea, turismo o emergenza. Le dimensioni ridotte permettono diverse modalità di trasporto e installazione. Il concept propone l’uso del legno, materiale per eccellenza naturale, ecologico e ecocompatibile. La facciata e gli interni possono essere modificabili e flessibili, in modo che l’unità, nelle sue finiture, possano essere usate in siti e contesti diversi.
Progettazione architettonica con il quale già alcune autorevoli voci del passato si erano misurati: tra i casi eccellenti, vale la pena ricordare la casa prefabbricata in legno “Capanno” di Le Corbusiere la casa “acciaio e vetro” di Jean Prouvé. Dimensioni contenute, impianti planimetrici scrupolosamente studiati, utilizzo di materiali sostenibili, affidabilità nel lungo periodo caratterizzano anche le Muji house, altro fenomeno da osservare con attenzione anche per la versatilità di impiego delle soluzioni abitative proposte.
Come afferma Steven Holl in Parallax, “l’Architettura è scienza, ma per metà è anche sensazione: queste due discipline così lontane tra loro possono incontrarsi solo nel campo architettonico, uno spazio che dialoga con la razionalità e il sogno“. Case mobili, “trasportabili” su ruote, sull’acqua, su strada leggere, costruite principalmente in legno e soprattutto edificabili in un batter d’occhio la “Tiny houses“, progettata dallo studio madrilenguo di giovani creativi, Abaton. Case piccoline, dette “zero bollette”, rispondono all’esigenza di spendere poco e di vivere lo spazio senza limiti e confini liberi, fuori dagli schemi.
L’auto-costruzione una risposta alla libera possibilità di esprimere il proprio spazio.
Esistono diversi esempi di aziende che propongono l’auto-costruzione o corsi per creare il proprio rifugio, metodo molto diffuso al nord Europa.
Questo gruppo di sognatori ha superato i limiti imposti dalla materia stessa e la lorovisione diventa realtà: il Método Canya Viva. Unita’ abitative interamente costruite con le canne e fango ma anche strutture collettive monumentali. CanyaViva si impegna per la diffusione di capacità tecniche e competenze specifiche, offrendo strumenti necessari per costruirsi il proprio spazio utilizzando le risorse locali, con un costo minimo e senza spesa di energia combustibile. Il sistema prevede di costruire delle strutture portanti con dei particolari intrecci di canne legate con corde che tengono conto della struttura interna della canna stessa in grado di creare cupole alte fino a 12 mt, rivestite successivamente di teli di iuta e successivamente intonacate con fango e paglia. Recentemente si è scoperto che le sue qualità non sono solo legate all’elasticità, leggerezza e resistenza, che ne consentono un vario uso in edilizia, ma anche a livello fitodepurativo ed energetico che la rende ideale per la riqualifica di suoli marginali e contro il dissesto idrogeologico.
CanyaViva si impegna per la diffusione di capacità tecniche e competenze specifiche, offrendo strumenti necessari per costruirsi il proprio spazio utilizzando le risorse locali, con un costo minimo e senza spesa di energia combustibile.Viene incoraggiata l’autocostruzione e la diffusione delle tecniche e delle competenze necessarie per apprendere questo un metodo di lavoro collaborativo e comunitario e promuovere una forma di vita più sostenibile, libera e indipendente.
E chissà forse alleggeriti da tutti questi pesi inutili che ci trasciniamo e ci appesantiscono, un giorno potremo anche volare ……viva la libertà…
Stefania Vasques Studio
Stefania Vasques nasce a Catania. Vive e lavora a Milano. Architetto, designer e stylist collabora con le migliori testate che si occupano di arredamento e design. Collabora come designer con L’abitare, Corrado Corradi, Diamantini e Domeniconi, Danese e Sambonet. Fa parte di un gruppo di designer “Officina Temporanea” che insieme ad “Artigiani officina” autoproducono pezzi di serie limitata, espressione di un tema o di un uso. Crede che il compito del designer sia quello di creare oggetti “utili”. Ama tutto quello che spontaneamente offre la natura perché ricco di una saggezza antica e di una conoscenza ancora da scoprire. Ama il bello come risorsa per tutti e come valore. Ama l’arte, la cioccolata, la bicicletta, i pannelli solari, il fotovoltaico, l’olio di oliva, l’olio di colza, la Sicilia, la sua famiglia, gli amici, Officina Temporanea, Klab, il mare, gli alberi, le piante officinali e aromatiche, la medicina naturale e tutta la gente di buona volontà.