Mario Dondero_Perchè siete comunisti?

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Nel 2011 la città di Reggio Emilia ha avuto il piacere e l’onore di ospitare, nell’ambito di Fotografia Europea, una grande mostra antologica di Mario Dondero, “Mosaico Italiano”, a cura di Elio Grazioli. Alla fine della esposizione l’artista aveva donato alla nostra città 40 fotografie fra quelle in mostra per la collezione di Fotografia Europea. Autentico poeta del reportage, Mario Dondero aveva raccontato in un’intervista a cura di Roberta Conforti, della sua mostra, della sua poetica di fotografo “politico” e del suo legame con la città di Reggio Emilia, dove negli anni ’60 aveva realizzato, insieme a un giornalista svedese e a Giorgio Pelloni, un documentario sulle cooperative rosse seguendo un diffusore dell’Unità in bicicletta: “Perché siete comunisti?” chiedeva alle persone bussando alle porte dei contadini nella campagna emiliana.

Qui potete trovare l’intervista rilasciata in occasione della mostra allestita a Reggio Emilia e il documentario “Comunisti” del 1966 realizzato nelle nostre campagne, insieme ad Anders Ehnmark, per la televisione svedese. Nella parte finale del documentario alcuni minuti dell’incontro commovente con Alcide Cervi nella sua casa.

Mario Dondero, di origini genovesi ma nato a Milano nel 1928, é considerato une vera e propria leggenda del fotogiornalismo mondiale. Entra, a sedici anni, nella brigata partigiana “Cesare Battisti” in Val d’Ossola e partecipa alla liberazione del capoluogo lombardo con la Brigata Garibaldi.
Ancora giovanissimo, viene assunto da Enzo Biagi a “Milano sera”, ma alla scrittura preferisce la fotografia: collabora con “l’Avanti!”, “L’Unità” e, successivamente, con la rivista “Le Ore”. Sulle orme di Robert Capa, che considera un maestro insuperato, la sua attenzione si rivolge fin dall’inizio alla fotografia engagée: guerre, conflitti sociali e politici, avvenimenti internazionali sono infatti immortalati dal suo obiettivo come il maggio francese e la Cambogia dei Khmer rossi, il processo Panagulis nella Grecia dei Colonnelli, la Spagna ai tempi di Franco e la Berlino nei giorni in cui cadde il Muro. Grande interesse peraltro ha sempre mantenuto per il lavoro degli artisti e degli scrittori: i suoi scatti sono la testimonianza della Parigi di Sartre e Theodorakis, della Roma di Elsa Morante e Moravia, della Milano di Bianciardi e Mulas.
Ha collaborato negli ultimi anni della sua vita con “il Manifesto” e “Il Venerdì di Repubblica”. Noto per il suo impegno civile e sociale, ha documentato in Afghanistan il lavoro delle équipe mediche di Emergency, di cui è stato un attivo sostenitore.
Il 2015 vede l’uscita del documentario ‘Calma e gesso – in viaggio con Mario Dondero’ del regista e antropologo Marco Cruciani che, viaggiando per cinque anni spesso al fianco del fotografo, tenta di ricostruirne la storia avventurosa e leggendaria passando fra le principali vicende sociali, politiche, culturali e artistiche del secondo ‘900.
Negli ultimi anni di vita ha vissuto a Fermo insieme alla sua compagna Laura Strappa fino alla sua morte avvenute nel 2015.

Qui il video dell’intervista:

Qui è possibile vedere Il documentario:

 

Alcune delle foto della mostra del 2011, acquisite dalla collezione Fotografia Europea:

(Copyright Mario Dondero, Courtesy collezione FOTOGRAFIA EUROPEA)

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