Intervista a Piergiorgio Paterlini

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di Giulio Saltarelli

Video-intervista di Giulio Saltarelli allo scrittore e giornalista Piergiorgio Paterlini, autore di numerosi libri, molto seguito dai giovani e collaboratore di testate quali la Repubblica e L’Espresso, dove cura rispettivamente una rubrica e un blog d’autore. Paterlini ci parla di fragilità e invisibilità, che “andrebbe messa tra i diritti della costituzione”.
Si ringraziano la Libreria All’Arco e Giulio Saltarelli per averci permesso di condividere la loro interessante iniziativa rendendo fruibili le interviste anche su Youtube appositamente per la redazione Eventi a Casa tua.

Biografia
Piergiorgio Paterlini è nato a Castelnovo di Sotto (Reggio Emilia) nel 1954. Scrittore e giornalista, fondatore e co-direttore di Cuore. Settimanale di resistenza umana, collabora a numerose testate; su L’Espresso cura “Le Nuvole”, un “blog d’autore”, e la rubrica “Robinson” sul quotidiano la Repubblica. Autore di una decina di testi teatrali, ha sceneggiato il film Niente paura (fuori concorso alla Mostra del Cinema di Venezia nel 2010), e ha scritto programmi per Raiuno, Raidue, Raitre, la7, Radiodue.
Ha pubblicato una ventina di libri, alcuni dei quali tradotti in Francia, Spagna, Olanda, Stati Uniti: Rubacuori e denari (1991), Ragazzi che amano ragazzi, che dalla sua pubblicazione nel 1991 ha continuato ad essere letto fino ad oggi dai giovani delle nuove generazioni, I brutti anatroccoli (1994 e 2014), Io Tarzan tu Jane. Manualetto di educazione sessuale per gay e etero (1995 e 2003), Lasciate in pace Marcello (1997), 2015), Adottare un figlio (2000) Matrimoni – Matrimoni Gay (2004 e 2005), Fisica quantistica della vita (2013), Giocando con carta e Penna (2014), Non essere Dio. Un’autobiografia a quattro mani con Gianni Vattimo (2015), Bambinate (2017), Il mio amore non può farti male. Vita (e morte) di Harvey Milk (2018).
Come racconta l’autore, le sue storie di marginalità e sofferenza, anche nell’apparente normalità, vogliono dare agli “invisibili” non solo visibilità, ma anche il diritto di esistere. Dagli adolescenti protagonisti di Ragazzi che amano ragazzi ai “butti anatroccoli” dell’omonima raccolta di racconti, fino ai ragazzini inconsapevoli della loro feroce crudeltà di Bambinate, del quale l’autore parla ampiamente nell’intervista, tutti i suoi personaggi sono vittime di un rifiuto, di una solitudine e di un dolore nascosti, a volte perfino negati per non mostrare agli altri quella che sembra essere la loro inadeguatezza alla vita; ma, come ricorda Paterlini, le ferite che si producono nell’infanzia e nell’adolescenza lasciano cicatrici incancellabili, perchè sono “il dolore più grande e duraturo che possa vivere un essere umano”.

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