Le parole e le storie possono aiutare i bambini a vincere le paure

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di Anna Maria Davoli

Questi tempi difficili, sotto la minaccia del Coronavirus, gettano ombre scure sulla vita di tutti ma in particolare dei bambini. Per loro ciò che è minaccioso in modo inaspettato, non logico, non consueto, scatena con più forza ansia per una sensazione di pericolo non precisata, e paura per i fantasmi che i discorsi che sentono e faticano a comprendere suscitano in loro.
In questi momenti ove un buio paralizzante rischia di avvolgerli, scatenando emozioni negative che spesso non riescono ad esprimere, il pericolo più grande è la passività, l’arresto della funzione di simbolizzazione svolta dalle parole e dalle storie e l’abbandono alle immagini frammentate e paurose che invadono la mente.

La migliore cosa da fare è spiegare al bambino, nel modo più semplice e sincero possibile, cosa sta succedendo e soprattutto spiegare che ci si può difendere dal pericolo e si stanno facendo delle cose per risolvere i problemi. Questo ridà un senso, un ordine, al turbamento della vita consueta che si sta vivendo, riconduce le cose ad una storia, che si può esprimere con le parole, dove c’è azione, c’è un movimento che sta attraversando un luogo buio ma va verso la luce.
È un errore trattare con sufficienza e banalizzare, non spiegare chiaramente con parole semplici come stanno le cose; se il bambino dà segni di ansia non serve usare l’umorismo, poiché non lo comprende fino a sette, otto anni e ne attacca e svaluta l’autostima; definirlo “pauroso” o usare vezzeggiativi simili può provocare umiliazione e la “paura di avere paura”.

Lo stare in un momento negativo, buio, con tante paure e ansie, senza evitare la realtà, ma mettendo in movimento la capacità di simbolizzare, vale a dire di esprimere con parole semplici e sincere sia i problemi attuali che quello che ognuno può fare per superarli, può essere estremamente formativo. Imparare a superare una difficoltà contenendo con le parole l’emozione della paura, rende un bambino più sicuro di sé e lo motiva a cercare di padroneggiare meglio l’uso delle parole e delle storie, con benefici per il suo sviluppo cognitivo ed emotivo. L’evitamento, la mancata espressione con parole di un problema e della sua possibile soluzione, lascia campo libero ad immagini buie, che la mente ancora in via di sviluppo di un bambino produce con grande forza nei momenti di ansia e che uno stato di passività rende ancora più paurose.

E’ importante che il movimento fisico e il movimento del pensiero, che cerca un aiuto nelle parole e nelle storie, vadano di pari passo, perché si aiutano a vicenda. Il movimento e un certo affaticamento fisico producono neurotrasmettitori, come la dopamina, che aiutano il cervello a rasserenarsi e a gettare luce sui pensieri più bui, dando più forza ai pensieri positivi. Ogni occasione per fare giochi di movimento, in casa o in cortile, dovrebbe essere colta; ad esempio, anche semplicemente giocare a nascondere oggetti e poi cercarli induce il bambino ad alzarsi e a muovere le gambe, oppure, con l’aiuto della musica, anche un piccolo spazio può diventare una scuola di danza o una palestra dove fare movimento in famiglia. In questo internet e youtube possono offrire tante idee.

Un’altro punto di attenzione molto importante è la dimensione sociale della situazione. Soprattutto per un bambino che è nell’età della sua prima socializzazione, avere sempre presente che non siamo soli ad affrontare le difficoltà, ma c’è una società, ci sono gli insegnanti, i poliziotti, gli infermieri, i medici, i ricercatori e che tutti stanno lavorando per risolvere i problemi, lo aiuta a vedere una luce in ciò che lo circonda e a rasserenarsi.

Anche la dimensione sociale ha la sua componente attiva, ed è bene che un bambino acquisisca la consapevolezza che la società è il frutto del lavoro di tutti e di ciascuno e quindi anche del suo. Fare la propria parte, stando attento a lavarsi le mani appena può dopo avere toccato oggetti fuori di casa; rispettare le distanze quando incontra figure non familiari, perché gli si sarà spiegato che il virus contagia con le goccioline di saliva che escono quando si parla o si respira stando molto vicini; stare lontano dai nonni e dagli anziani perché sono più fragili e rischiano di più se vengono contagiati; tutto questo lo fa sentire partecipe alla lotta contro la malattia e ne rafforza quel senso di appartenenza sociale che è anche fonte di sicurezza. Fare leva sull’effetto formativo e rassicurante del coltivare una rete di relazioni è possibile anche in questa situazione di isolamento grazie ai sistemi di comunicazione che abbiamo a disposizione. Fare con una certa regolarità una telefonata ai nonni, agli zii, ad un compagno di scuola, per chi già la frequenta, può essere di grande aiuto.

Certo le giornate da passare costretti in casa possono diventare molto lunghe, ma rispettare le routine, fare movimento e sviluppare la capacità di godere della narrazione delle storie è l’aiuto migliore e più proficuo. Le storie si possono trovare innanzitutto nei libri. Noi pediatri della provincia di Reggio Emilia promuoviamo da anni la lettura ad alta voce ai bambini sin dalla più tenera età e invitiamo le famiglie ad aderire al programma “Nati per leggere”. Sul sito nazionale (www.natiperleggere.it) potete trovare interessanti consigli di lettura da 0 a 6 anni in varie lingue e indicazioni su libri fruibili on line, se al momento le biblioteche non sono disponibili. Per cantare e ballare assieme in famiglia potete trovare idee e consigli di ascolto, per bambini e genitori, sul sito del progetto Nati per la Musica, collegato a Nati per Leggere (www.natiperlamusica).
Ma le storie si possono anche inventare, in tanti modi, ad esempio guardando dalla finestra e commentando quello che si vede, sfogliando un atlante, o un libro di cucina o un album di fotografie, oppure rovistando nelle scatole di vecchi giochi o di oggetti di casa poco utilizzati.

Le narrazioni possono gettare luce davanti a noi.


La Dott.ssa Anna Maria Davoli, Pediatra di Famiglia dal 1989 a Reggio Emilia. Responsabile di progetto per la AUSL RE “BMInforma” (bambini molto in forma)per il contrasto all’obesità infantile; Referente del progetto “Nati per Leggere” per Provincia di RE e la regione Emilia-Romagna.



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