Il Sistema delle Orchestre Giovanili

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Il Progetto venezuelano e il Sistema delle Orchestre Giovanili a Reggio Emilia
di Gabrielangela Spaggiari *

Ormai conosciuto in tutto il mondo, il progetto musicale venezuelano nasce più di quarant’anni fa per opera del musicista compositore – allora Ministro della Cultura e Presidente del Consiglio Nazionale della Cultura per cinque anni – Josè Antonio Abreu, scomparso due anni fa, che ha concepito un “Sistema Nazionale di Orchestre Giovanili e Infantili” dando vita a una rete diffusa su tutto il territorio venezuelano, comprendente oltre 125 orchestre e cori giovanili, 30 orchestre sinfoniche.

Il 31 marzo del 2007 , nell’ambito delle Giornate di Studio, organizzate dall’Istituto Superiore di Studi Musicali “Peri-Merulo”di Reggio Emilia e dedicate alla didattica strumentale, furono invitati alla tavola rotonda conclusiva per un’intervista, tre insegnanti dell’Orchestra Simón Bolívar: Valdemar Rodriguez, clarinettista, direttore del Conservatorio di Caracas e sottodirettore della Fondazione dello Stato per il Sistema Nazionale di Orchestre Giovanili e Infantili del Venezuela, William Molina violoncellista e direttore dell’Accademia latinoamericana del violoncello e Leonardo Mendez responsabile degli ottoni dell’orchestra S. Bolívar.

Dopo quell’incontro fu pubblicata l’intervista dall’Istituto Peri con l’intento di far conoscere la didattica musicale del sistema venezuelano che proprio grazie agli insegnanti che vi operano, guidati dal M° José Antonio Abreu, ha saputo rinnovarsi in modo così significativo attraverso la sperimentazione, lo studio, la ricerca (“Il cambiamento è consistito nel rovesciare la piramide: il lavoro più importante è quello collettivo e la lezione individuale è semplicemente un appoggio, un ausilio, un aiuto, alla pratica musicale d’insieme. Ciò ha completamente modificato la concezione della didattica musicale in Venezuela” – V. Rodriguez), attraverso il confronto (“…bisogna cercare di essere molto creativi, fare riunioni tra insegnanti per scambiarci le idee. Bisogna imparare dall’insegnante di violino, di contrabbasso, di tuba, di qualsiasi strumento.” W. Molina) con la consapevolezza della forte valenza formativa della musica (“…questo sistema è cominciato lentamente, come un movimento artistico e culturale. In seguito si è poi trasformato in un movimento sociale, per cui la cosa più importante per noi è l’apprendimento dei valori che nascono dal lavoro collettivo per formare un cittadino migliore. Lo strumento è la musica, ma cerchiamo anche di fare nel modo migliore la musica stessa.” – V. Rodriguez ).

Quell’incontro rappresentò un momento importante e diede ancor più forza al Progetto delle Orchestre Giovanili dell’Istituto Peri-Merulo; un progetto che in un contesto molto diverso si propone non tanto di combattere la povertà e l’emarginazione – anche se non vanno sottovalutate altre forme di disagio giovanile spesso dimenticate dalla nostra società – ma di perseguire una didattica che, attenta ad integrare vita cognitiva e affettiva, riesca ad esaltare le tante valenze formative ed educative del fare musica insieme.

Anche all’interno dei Corsi propedeutici del Frep Base dell’Istituto Peri, si è infatti consolidata negli ultimi quindici anni la convinzione che il lavoro collettivo è di centrale importanza – e soprattutto la musica d’insieme – sia per l’apprendimento di valori educativi che per l’acquisizione di competenze musicali strumentali e generali. Fare musica insieme significa innanzitutto riconoscere la sua valenza formativa ed educativa perché un luogo nel quale si impara a suonare insieme è prima di tutto un luogo in cui si impara a relazionarsi, a sapere ascoltare e ascoltarsi, ad essere consapevoli del ruolo che ognuno può svolgere in funzione del raggiungimento di un risultato comune.

Nel contesto orchestrale viene infatti valorizzato l’apprendimento collettivo che facilita la trasmissione di competenze fra i ragazzi. Per parafrasare J. Bruner, l’orchestra è pensabile proprio come una comunità che apprende, dove le competenze possono trovare il modo di passare tra le diverse persone che vi partecipano e dove il direttore dovrebbe forse non fare molto di più che agevolare il fatto che un tale passaggio avvenga. Alle diverse orchestre dell’Istituto Peri possono partecipare tutti, senza nessun tipo di selezione, affinché ognuno abbia la possibilità di contribuire con le proprie competenze al risultato complessivo, e possa essere valorizzato per questo. Ogni bambino a partire dall’età di otto anni partecipa a laboratori di musica d’insieme e orchestrali e ha la possibilità di proseguire tale attività per tutti gli anni di studio previsti all’interno dell’Istituto.

Oggi l’Istituto ha quattro orchestre giovanili che coinvolgono complessivamente più di 200 ragazzi e bambini dai 9 ai 20 anni di età. Ogni orchestra è suddivisa in quattro livelli legati alle fasce d’età. Al primo livello abbiamo l’orchestra Laboratorio Allegro-crescendo, al secondo l’orchestra Papageno, al terzo l’orchestra Cherubino e all’ultimo livello l’orchestra Florestano. Eccetto il primo livello, che, attraverso l’ambivalenza del termine crescendo suggerisce un’idea di inizio del percorso che coniughi la crescita formativa con il carattere “allegro”, gioioso, del fare musica insieme -, per gli altri tre livelli sono stati individuati i nomi di noti personaggi del teatro musicale che con le loro caratteristiche evidenziano simbolicamente i principali tratti distintivi che contraddistinguono le diverse tappe di crescita.

Le orchestre giovanili oltre a svolgere un ruolo formativo ed educativo, contribuiscono anche a divulgare la musica nei diversi contesti educativi e sociali. Nel corso degli anni hanno fatto più di 80 concerti e spettacoli per scuole, ospedali, centri di solidarietà, cooperative sociali, centri educativi di recupero, case di riposo. Inoltre l’adesione al Sistema Nazionale delle Orchestre Giovanili d’Italia (i cui presidenti onorari furono i maestri Claudio Abbado e José Antonio Abreu) avvenuta nel 2010, ha dato la possibilità di collaborare con altre realtà come quella di Milano, di Torino, Campolongo di Venezia in diverse manifestazioni come quelle di suonare davanti alle più alte cariche dello Stato: nel 2012, a Roma, suonando all’apertura degli Stati Generali della Cultura, nel 2013 e nel 2016, con il concerto di Natale al Senato della Repubblica (vedi video), nel 2014 suonando al Teatro Argentina a Roma per il semestre europeo con l’orchestra Nazionale del sistema venezuelano alla presenza del M° Abreu, nel 2016 al Teatro alla Scala di Milano con la Sinfonica Juvenil de Caracas e il Sistema Europe Youth Orchestra.

Al progetto delle orchestre giovanili si affianca Corpi Sonanti (di cui abbiamo dato notizia qui), un progetto fatto in collaborazione con la Fonderia Nazionale della Danza. Il laboratorio nasce nel 2015 come spazio di ricerca e sperimentazione volta anche a ripensare l’orchestra come uno spazio dinamico e creativo, dove l’esperienza musicale si confronta e si mette in sinergia con il gesto e il movimento espressivo. L’intento non è quello di far “danzare” i ragazzi, ma di offrire loro l’occasione di esplorare il proprio corpo in funzione espressiva durante l’esecuzione musicale e di acquisire così una maggior consapevolezza performativa anche come strumentisti. Il laboratorio Corpi sonanti ha già realizzato diverse produzioni didattico-artistico presentate in diversi luoghi architettonici (piazze, una pineta, una ex fonderia, sagrato del Duomo di Reggio, Piazza Casotti di Reggio ecc.) con l’obiettivo di sperimentare e “abitare” con il suono e il corpo nuovi spazi acustici. Recentemente è stato prodotto un video – Corpi sonanti in piccoli grandi spazi – realizzato con i ragazzi durante l’isolamento sociale imposto dal lockdown.

Ricordando ancora quell’incontro con gli ospiti venezuelani di diversi anni fa, è rimasto vivo il ricordo di quanto ci colpì il loro sorriso, la loro disponibilità, l’entusiasmo e soprattutto la naturalezza con cui ci raccontarono la loro esperienza. Era lo stesso sorriso che la sera prima ci avevano trasmesso i 150 ragazzi dell’orchestra Simón Bolívar (uno dei principali risultati artistici del Sistema di Abreu) durante il loro spettacolare concerto ai Teatri di Reggio Emilia. Forse è anche questo sorriso che oggi dobbiamo tentare di recuperare con l’obiettivo di ricostruire la voglia di “mettersi in gioco” come insegnanti per continuare a trasmettere ai nostri allievi i “valori dell’apprendimento del lavoro collettivo” e l’entusiasmo del fare musica insieme: “Talvolta facciamo lezione sotto un albero, quando piove, delle volte – quando non abbiamo un luogo – anche la piazza può andare bene, non importa. La cosa più importante è raggiungere l’obiettivo e sempre con un sorriso. Nel momento in cui l’insegnante cessa di sorridere l’obiettivo si allontana; come Roberto Benigni ne “La vita è bella”. – W. Molina.

* a cura di Gabrielangela Spaggiari – direttore e responsabile didattico delle Orchestre Giovanili dell’ISSM di Reggio Emilia e Castelnuovo ne’ Monti.

Tutte le citazioni sono state estrapolate da Il Progetto venezuelano intervista a L. Mendez, W. Molina, V. Rodriguez a cura di Anna Maria Freschi (traduzione in italiano di Giuliana Montanari). Pubblicazione interna dell’ISSM “Peri-Merulo”.

Sistema delle Orchestre Giovanili a Reggio Emilia

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