Nuovo angolo visuale

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Laboratorio di Arte Ambientale da casa nostra
Classi 3^A/C – 4^A/B/C – Liceo Matilde di Canossa RE

A cura di
Docente Antonella De Nisco – Docente di Storia dell’Arte – Liceo Canossa RE
Dott.ssa Chiara Panizzi – Gabinetto delle Stampe – Biblioteca Panizzi RE

 

“L’anima s’immagina quel che non vede, che quell’albero, quella siepe, quella torre gli nasconde, e va errando in uno spazio immaginario.
E’ piacevole la vista impedita da un ostacolo, una finestra, perché allora in luogo della vista, lavora l’immaginazione e il fantastico sottentra al reale”

G.Leopardi, Zibaldone, 1820

Chi guarda stando fuori da una finestra aperta non vede mai tante cose quanto colui che guarda una finestra chiusa. Non c’è oggetto più profondo, più misterioso, più fecondo, più tenebroso, più abbagliante d’una finestra rischiarata da una candela. Quanto si può vedere al sole è sempre meno interessante di quanto avviene dietro un vetro. In quel buco nero o luminoso vive la vita, sogna la vita, soffre la vita.
C. Baudelaire, Le spleen de Paris, 1864

Misi di fronte a una finestra, vista dall’interno d’una stanza, un quadro che rappresentava esattamente la parte di paesaggio nascosta alla vista del quadro. Quindi l’albero rappresentato nel quadro nascondeva alla vista l’albero vero dietro di esso, fuori della stanza. Esso esisteva per lo spettatore, per così dire, simultaneamente nella sua mente, come dentro la stanza nel quadro, e fuori nel paesaggio reale. Ed è così che vediamo il mondo: lo vediamo come al di fuori di noi anche se è solo d’una rappresentazione mentale di esso che facciamo esperienza dentro di noi.
R. Magritte, La condizione umana, 1933

 

Angolo come punto d’incontro di due parti o facce di una superficie interna o di una superficie esterna “Zona o luogo riparato dai colpi, quindi morto-dove si rimane vivi” (A. Panzini). Nel senso di luogo, posto molto vicino, in cui tuttavia possono celarsi le cose più lontane e meno immaginabili. Angolo visuale come spazio che si può abbracciare con la vista, modo di vedere e di giudicare.
“Un nuovo angolo visuale” è la proposta laboratoriale di un esercizio fotografico che si propone l’intento di creare una riflessione personale su questo periodo di confinamento forzato che ha trasformato le nostre finestre in un dispositivo attraverso il quale guardare, ma l’occhio che vede non si fa vedere.
La fotografia può diventare un veicolo d’indagine, un segno del nostra percezione dello spazio capace di creare un nuovo angolo dal quale guardare fuori dalle nostre case e da noi stesse/i.
Rileggere l’Infinito di Leopardi: cosa vorreste vedere/immaginare al di là dell’ultimo orizzonte della vostra camera che il guardo esclude?

Esercizio in DA (didattica a distanza)
Finestra come dispositivo per lo sguardo e metafora allusiva: brevi lezioni illustrative (a cura di A.De Nisco/C.Panizzi) su opere dal Rinascimento ai nostri giorni, sul tema della “finestra”, soggetto molto indagato, nell’arte occidentale, dagli artisti.
Richiesta di una fotografia, capace di presentare un punto di vista personale, può trattarsi della finestra della propria “cameretta” ma anche di altri punti dell’abitazione. Le finestre possono essere intese come oggetti capaci di creare moti dell’animo, stravolgere il rapporto tra spazio interno e spazio esterno, rivoluzionando le regole prospettiche, attivando nuovi sguardi su cose vicine, lontane, dettagli o curiosi particolari che possano esprimere un personale messaggio; si può accompagnare la fotografia con qualche parola o frase.

*Uno speciale ringraziamento alla Dott.ssa Chiara Panizzi che da anni offre le sue competenze in collaborazioni, lezioni, visite guidate e tematiche, permettendo alle nostre classi la conoscenza del patrimonio culturale presente nel Gabinetto delle Stampe della Biblioteca di RE.

Questo esercizio di didattica dell’arte a distanza, condotto in questi primi giorni di maggio con alcune mie classi del Liceo Matilde di Canossa di Reggio Emilia, ha come elemento centrale la finestra, “dispositivo per lo sguardo” e spazio attraverso il quale guardare con occhi che vedono senza farsi vedere: spiare il mondo. 
Abitiamo la città, le periferie, i paesi, oramai lontani, lontanissimi dalle certezze rinascimentali di spazi ideali dove case e palazzi con finestre, a volte enormi, collegano lo spazio interno a quello pubblico attraverso ingegnose e previste inquadrature. Non esiste più quel “tempo ideale” capace di trasformare lo spazio di una piazza, in un teatro per gli sguardi, verso il territorio e l’infinito. Dalle nostre case, attrezzate con piccole “finestre di periferia”, cosa dobbiamo guardare? Cosa possiamo sognare di vedere? Eppure le finestre possono ancora trasformarsi in fantastiche camere ottiche: vogliamo affacciarci? Sconfinare dalla nostra quotidianità per ritrovarci a scoprire/guardare finalmente, non dentro lo “specchio nero” di uno smartphone o di un computer, perché la finestra ci invita a fissare un soggetto. Dalla finestra possiamo spiare, contemplare, assistere ad uno svelamento oppure possiamo sostare senza esserci. Scegliere di essere vicini o distanti, aperti o isolati nel guardare il mondo che si espone e nasconde simultaneamente. La finestra taglia, separa, sottolinea può allontanare ma anche rendere simultaneo il mondo come ci ha mostrato Umberto Boccioni nelle opere “La strada entra nella casa” o “Visioni simultanee” del 1911, dove la compenetrazione tra esterno e interno è costante.
L’esercizio proposto alle classi, anche attraverso lezioni/suggestioni di immagini prese dalla storia dell’arte, propone un’attività collettiva legata a questo particolare momento di reclusione che stiamo vivendo. Un laboratorio, a distanza, che come oggetto di studio prevede la capacità di esporre lo sguardo, anche attraverso espedienti artificiali come la fotografia. Le finestre diventano maschere verso lo spazio che, attraverso l’esercizio fotografico, innestano riflessioni sulla realtà, forse anche interiore, di avvicinamento, nella ricerca di una comprensione, del mondo che abitiamo (dalla nostra casa), in cerca di un “nuovo angolo visuale” per non sentirsi soli.

Antonella De Nisco

Bibliografia:
Antonella De Nisco, Esercizi di Laboratorio. Esperienze didattiche 2004/2009, Quaderni Canossa, Collana Arte Multimedialità/RE, 2010
Fenêtres de la Renaissance à nos jours à la Fondation de l’Hermitage, Catalogo a cura di Marco Franciolli, Skira, Milano, 2013
Gabriella Bonini e Chiara Visentin, Istituto Alcide Cervi – Geografie, storie, paesaggi per un’Italia da cambiare, Aracne, Roma, 2013
Michaeln Jakob, Sulla panchina. Percorsi dello sguardo nei giardini e nell’arte, Piccola Biblioteca Einaudi, Torino 2014;
Tobia Scarpa, L’anima segreta delle cose, Gli specchi Marsilio, Venezia, 2015
Pierre Zaoui, L’arte di scomparire. Vivere con discrezione, Il Saggiatore, Milano, 2015

 

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