Ma non esiste #4

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di Collettivo FX

Manonesiste è un progetto nato da un po’ di persone interessate a raccontare le Officine Reggiane come sono oggi. Un’ex area industriale abbandonata diventata un vero e proprio quartiere abitato da persone senza fissa dimora. E del quartiere ha tutte le caratteristiche: vicini che collaborano e vicini che si odiano, il parrucchiere “di condominio”, l’area verde, i problemi con i rifiuti, gli schiamazzi.
Questo quartiere però, così come le persone che lo abitano, in sostanza non esiste. Non per il centro della città – dal quale è lontano solo pochi metri – non per la legge, non per i diritti. Manonesiste ha così voluto raccontare la storia di queste persone che esistono, ma è come se non esistessero.
Non hanno fissa dimora, nè tutele, nè libertà. Come sono arrivati qui? Come vivono? Da dove vengono? Le storie del “sindaco”, il “santo”, il “carpentiere”, la “volontaria” e il “calciatore” sono tutte ispirate a storie vere, raccolte alle Reggiane. Ogni storia è stata raccontata con le parole ma soprattutto attraverso delle opere realizzate in linoleografia in 30 copie che tra il dicembre 2018 e giugno 2019 sono state affisse in città, di notte, per essere “rubate” dai passanti. Gli “attacchinaggi” sono stati annunciati di volta in volta tramite il profilo instagram @manonesiste. Chi riusciva a recuperare e portare a casa l’opera trovava sul retro il link per leggere la storia del personaggio.

Tutte le storie sono ora disponibili su https://manonesiste.wordpress.com/.

Le immagini degli attacchinaggi sono su https://www.instagram.com/manonesiste/

 

IL CENTRAVANTI

Ex calciatore in nazionale.
Parla 4 lingue. Il suo eroe è Taribo West.
Vive in Italia da quando ha 16 anni. Oggi ne ha 34.
Ma non esiste.

Il centravanti – Collettivo Fx

Tebogo l’ha conosciuto davvero Taribo West, il suo eroe. “Il più grande giocatore nigeriano di tutti i tempi”. Seguendo il suo sogno Tebogo è riuscito a entrare nella nazionale giovanile nigeriana, la squadra delle “piccole aquile”, la under 17 con più titoli mondiali. Ben 5 coppe del mondo. Due piedi precisi e potenti, fiato a non finire, una grande costanza, Tebogo è il talento più promettente della sua annata. E alle soglie del nuovo millennio, il sogno si avvera: entrare, pur da spettatore, nell’arena di Taribo, lo stadio San Siro di Milano.
“Io e i miei compagni di squadra siamo arrivati in Italia senza un soldo, con vecchie scarpe da calcio ai piedi, increduli. Il 14 aprile 2000 eravamo sulle gradinate a vedere il più grande giocatore nigeriano fare l’ultimo gol della sua stagione italiana. Dopo la partita abbiamo potuto incontrarlo, stringergli la mano. Mi regalò 100 euro, sapeva bene cosa significava essere nella nostra situazione”. In Nigeria poi Tebogo non è più tornato, un po’ per inseguire il suo sogno in Italia un po’ perchè i soldi, la squadra, non ce li aveva più. “A 16 anni mi sono trovato completamente solo in un paese che non era il mio e che parlava una lingua che non conoscevo (oggi però ne parlo correttamente 4).
Ma il pallone, quello sì che lo conoscevo bene, è stata la mia salvezza”. Un paio di anni tra le file della C1, una breve apparizione in B. “Oggi sono troppo vecchio per giocare, faccio lavori saltuari. Non ho realizzato il mio grande sogno di allora ma ho avuto fortuna. Oggi fatico a trovare il mio posto nel mondo. Vivo alle Officine Reggiane, assieme a persone nella mia stessa condizione. La mia famiglia. Cerchiamo di fare una vita normale, ci arrangiamo. Ci sono giorni buoni, altri no. Come per tutti. Però è molto dura non avere certezze”.

#MANONESISTE

 

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