FAI_Collettivo di api

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Collettivo di api. Colonie di Api nel Beni del Fai a favore della sostenibilità ambientale

#ItaliaMiManchi è un’iniziativa di comunicazione on line destinata far conoscere le più bella storie del FAI anche da casa, per ricordare la missione della Fondazione a favore dell’arte e della natura attraverso le sue pagine social, dove si possono visitare virtualmente i Beni, passeggiare per i giardini, conoscere storie inedite di oggetti di grande valore storico e artistico, scoprire spazi nascosti, godendo dell’infinita bellezza del nostro Paese. “Naturalmente” è la rubrica dedicata a #ItaliaMiManchi per la sostenibilità ambientale, valore che da sempre guida le attività del FAI e i progetti nelle Proprietà, con esempi virtuosi di protezione della biodiversità (api, uccelli, farfalle), di applicazioni innovative mirate al risparmio energetico, di tecnologie sperimentali per la riduzione dell’impronta idrica.

Le api, ospiti di eccezione nei Beni del FAI

“Se le api scomparissero dalla terra, per l’uomo non resterebbero che 4 anni di vita”.

Questa frase, attribuita al grande Albert Einstein, è una provocazione, ma contiene una piccola verità, dato che la moria planetaria delle api sta portando alla luce il bisogno vitale di insetti impollinatori. Per questo il FAI vuole dare il suo contributo lanciando il progetto “Api nei beni”, un percorso concreto di supporto agli apicoltori attraverso la creazione di nuove colonie di api nei luoghi di cui la Fondazione si prende cura. Le api, una delle specie più importanti tra gli impollinatori, hanno un ruolo essenziale nell’equilibrio degli ecosistemi: garantiscono la proliferazione della maggior parte delle piante che danno nutrimento a uomini e animali. Gli insetti impollinatori sono infatti un anello fondamentale della catena alimentare. Senza il loro lavoro buona parte delle coltivazioni agrarie (frutta, verdura e anche il foraggio) non avrebbe modo di perpetuarsi e la nostra stessa sopravvivenza sarebbe in pericolo, visto che un terzo del cibo che consumiamo dipende dall’opera di impollinazione. Qualora le api scomparissero, l’unica soluzione sarebbe quella – già adottata oggi in alcune parti rurali della Cina – di impollinare i fiori, uno a uno, manualmente.
La situazione è molto urgente: negli Stati Uniti, infatti, gli apicoltori hanno dichiarato una perdita del 40% delle loro colonie, in Europa la perdita si aggira in media attorno al 20%. I danni sono più contenuti in Italia ma costringono ugualmente gli apicoltori a ricostituire anno dopo anno gli alveari, a rinforzare quelli rimasti e indeboliti, a cercare di mantenere costante il patrimonio, per contenere gli effetti negativi sull’impollinazione delle colture e della flora selvatica.
L’Università di Harvard ha calcolato che la scomparsa totale degli impollinatori potrebbe portare a un aumento di quasi il 3% della mortalità globale, alla riduzione consistente della produzione globale di frutta, verdura e semi (rispettivamente 22,9%, 16,3% e 22,9%) con conseguente carenza degli apporti vitaminici fondamentali, soprattutto per quelle popolazioni che già hanno un’alimentazione inadeguata, causando un aumento delle malattie legate alla malnutrizione. Oggi sono quattro le principali cause che assillano le api: il loro spazio vitale si è frammentato, urbanizzato, nel complesso ridotto; virus e parassiti, come la varroa, hanno iniziato ad attaccare le loro colonie; sono esposte in modo crescente ai pesticidi utilizzati in agricoltura. L’Unione Europea ha provato a far fronte alla moria delle api mettendo al bando fino al dicembre 2015 i tre tipi di pesticidi più dannosi. Il progetto del FAI nella Proprietà intende contribuire alla sensibilizzazione dell’opinione pubblica e delle istituzioni nazionali ed europee sul tema, per incentivare la promozione di azioni che possono salvare le colonie di api, diffondendo pratiche agricole ecologiche, che non utilizzano insetticidi dannosi per le api e che rispettano la biodiversità.
I sistemi agricoli amici delle api aumentano l’eterogeneità degli habitat favorevoli alla loro sopravvivenza, utilizzano una pluralità di colture in grado di fornire agli insetti impollinatori, maggiore disponibilità di fiori in diversa stagioni di fioritura, incrementano il numero delle arnie in territori sicuri, assolati e ricchi di varietà floreali. Grazie agli apicultori locali, le api sono ospiti d’eccezione nei Beni del FAI, in Veneto alla Villa dei Vescovi, in Lombardia alla Villa del Balbianello, al Monastero di Torba e a Villa Panza, in Piemonte al Castello della Manta e in Puglia all’Abbazia di Cerrate, garantendo la produzione di miele che può essere acquistato dal pubblico in visita alle Proprietà.

Roberta Grassi
Capo Delegazione FAI Reggio Emilia


Il FAI (Fondo Ambiente Italiano) e La Delegazione di Reggio Emilia

Il FAI è una fondazione senza scopo di lucro nata nel 1975, sul modello del National Trust inglese, con il fine di tutelare e valorizzare il patrimonio storico, artistico e paesaggistico italiano. L’attività del FAI, si concretizza in tre ambiti: la protezione di Beni artistici e naturalistici; la sensibilizzazione delle persone al valore del patrimonio paesaggistico e monumentale; la mobilitazione attiva per proteggere il paesaggio a rischio. Ville, castelli, abbazie, torri,  edicole, negozi storici, ma anche tratti di costa e boschi. Oggi i Beni del FAI sono sessantuno, di cui trenta sono aperti al pubblico. Un patrimonio di bellezza che il FAI tutela e valorizza grazie all’impegno di molti professionisti architetti e storici dell’arte, giardinieri, guide, custodi e alla rete dei suoi i volontari, organizzati a livello territoriale in 19 Direzioni Regionali, 124 Delegazioni, 90 Gruppi FAI e 91 Gruppi FAI Giovani, ai quali si aggiunge il Gruppo FAI ponte tra culture. La Rete dà vita ai grandi eventi Nazionali come le Giornate FAI di Primavera e le Giornate FAI d’Autunno, grazie all’inesauribile impegno dei volontari che, inoltre, si occupano di valorizzare e far conoscere i Beni promossi dai volontari e promuovono durante l’anno un ricco calendario di appuntamenti in tutta Italia: visite culturali, escursioni, momenti musicali, seminari, iniziative conviviali. La Delegazione FAI Reggio Emilia è rappresentata dall’architetto Roberta Grassi, Capo Delegazione, con i delegati, Emanuela Armani, Carlo Baja Guarienti, Davide Bianchini, Alberto Cadoppi, Elena Corradi, Edoardo Degli Incerti Tocci, Elisabetta Farioli, Emanuele Galaverni, Federico Grisendi, Gianluigi Martini, Maria Chiara Nocco Spallanzani, Nadia Ruini e Nicola Tirelli Prampolini e ha sede in città, presso il Punto FAI Libreria del Teatro, in Via Crispi 6.

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