Arturo Bertoldi_Una, tante fragilità

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Di Arturo Bertoldi

Il potere è fragile // Vinicio Capossela “Il pugile sentimentale”

Un pugile che non riesce a tirare pugni si batte contro un enorme avversario. Una canzone di Vladimir Vysotskij, rispesa con amore da Vinicio Capossela.
Vladimir Vysotskij è stato molto probabilmente il più grande cantante sovietico. Un attore e poeta gentile e riservato che con le sue canzoni ha combattuto il Potere. Perché il picchiatore Boris Butkeev – Krasnodar (il Blek Macigno nella versione di Capossela ) è il simbolo del potere sovietico, talmente fanatico da ripetere nel picchiare il pugile sentimentale uno degli slogan più amati da Stalin (“Vivere è bello e la vita è bella”). Uno slogan che il dittatore ha rubato al poeta Majakovskij. Così la vendetta è doppia. Un potere che ruba e che picchia, ma che nulla può fare contro la poesia e l’idea di libertà. Un potere in fondo fragile.

Le due versioni a confronto:

Vinicio Capossela

Vladimir Vysotskij


I guerrieri sono fragili // Marlene Dietrich “Lili Marleen”

La canzone che ha spazzato via la retorica dei guerrieri tutti di un pezzo. Canzone tedesca di scarso successo in Patria, viene trasmessa durante la Seconda Guerra Mondiale prima in Africa e poi da Radio Belgrado a chiusura dei programmi, diventando un appuntamento quotidiano contro le retorica bellica. Un brano talmente pericoloso da fare intervenire lo stesso Goebbels che lo proibì. Talmente amato da farlo ritornare sui suoi passi, viste le numerosissime proteste. Le versione originale di Lale Andersen fu ripresa da Marlene Dietrich che la cantò alle truppe alleate e la fece diventare la canzone di tutti i soldati. Da allora Lili Marleen non è più solo una canzone.


La forza della fragilità // Enzo Jannacci “El purtava i scarp del tennis”

Enzo Jannacci è un genio assoluto ed è stato il primo a popolare i propri dischi con persone più o meno fragili, raccontando le loro storie, i loro sogni e i loro amori.
Uno sguardo sempre amorevole e rispettoso che ha regalato dignità e poesia a persone che raramente finivano e finiscono nelle canzoni.
Con tanta ironia e nessuna retorica, Enzo Jannacci è stato un marziano che è atterrato a Milano.
Un marziano con le scarpe da tennis.

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