Paolo Pileri_La libertà salvata tra i banchi di scuola

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La libertà salvata tra i banchi di suola

Carlo, Franz, Anselmo, Alda, Mariangela, Abigaille, Fabio, Carlo, Aurelio, Giuseppe, Anna, Salvatore. Sono i 12 maestri antifascisti che hanno sbarrato le porte delle aule scolastiche al fascismo. Hanno resistito alla furia di una ideologia che, senza indugi, voleva appiattire tutti a essere niente o solo fascisti. Voleva azzerare sul nascere ogni forma di capacità critica, di sensibilità sociale, di sentimento di solidarietà umana. In 12 hanno salvato la libertà di pensiero che muove i primi passi proprio tra i banchi di una scuola, se libera. In 12 hanno salvato la missione meravigliosa della scuola: dare alla società quel che più ha bisogno, cittadini responsabili ovvero non addomesticati a nessun pensiero unico. Perché, come diceva un altro antifascista, Piero Calamandrei, “a scuola si entra bambini e si esce cittadini”. Se oggi noi entriamo in un’aula libera è bene che ci ricordiamo della loro resistenza. Se noi invece ci giriamo dall’altra parte, se lasciamo fare, se stiamo zitti, se accettiamo perfino le più piccole forme di erosione della libertà, lei lentamente muore. Il fascismo non ci molla e ci tormenta e tenta in mille modi, sempre più raffinati e subdoli. Ma possiamo riconoscerlo perché ha sempre un unico chiodo fisso: toglierci il fiato della libertà. E la libertà è fragile e si rafforza solo con la nostra vigilanza. Fin da giovani. E qui c’è un altro punto sorprendente di quelle 12 stupende storie: molti di loro erano giovani ragazzi. Giovani. Già perché un tempo, a 18 anni, dopo soli 4 anni di studi superiori, si era dietro una cattedra con davanti decine di bimbetti. In alcuni casi addirittura a 17, come Mariangela Maccioni. Davanti alla sua storia, io piango. Piango quella lucidità che non vacillò un attimo nell’opporsi a tenere l’odiosa lezione sul duce. Ma piango anche il timore di non riuscire, oggi, a raccogliere quella giovane lucidità per rilanciarla a noi stessi e ai nostri giovani. Con Mariangela capiamo che non c’è un’età per iniziare a difendere la libertà. Anzi, capiamo che bisogna occuparsene fin da piccoli. La cura della libertà non è una merce che si acquista un bel giorno, da adulto, ma è una pianta fragile che cresce dentro di te e assieme a te e che qualcuno innaffia inizialmente al posto tuo.

E chi è questo qualcuno? Molti pensano subito alla famiglia e non sbagliano. Ma il grande giardiniere che innaffia quella pianticella per tutti è la scuola. Più precisamente la scuola pubblica. È lei e nessuno meglio di lei, perché la libertà è il suo statuto e l’educazione al pensiero critico la sua missione. Dalle elementari all’università. A noi il compito di proteggere la scuola dagli attacchi subdoli che sempre riceve. Quei 12 maestri antifascisti ci insegnano ancora oggi che la buona scuola non è fatta di edilizia e tecnologie o, come si sta dicendo oggi al tempo di Covid, di aule più grandi per non contagiarsi. La scuola è fatta di donne e uomini raccolti sotto un unico nome: insegnanti, ovvero persone che lasciano il segno. I maestri resistenti raccontati da Massimo Castoldi hanno lasciato un segno che arriva fino a noi: noi insegnanti e noi scolari, noi genitori e noi cittadini, noi politici e noi personale della scuola. Se anche solo per un secondo trascuriamo quelle pedine importanti sulla scacchiera della democrazia, se non li incoraggiamo con generosità, se li macchiamo con l’indifferenza, loro smetteranno di presidiare e insegnare la libertà. E il nostro pianto sarà inconsolabile perché quando questo accadrà si interromperà quel flusso vitale per la buona vita di un Paese che è la trasmissione di libertà e cittadinanza. E sarà il buio. Ma questo non accadrà perché non vogliamo che accada. Noi abbiamo la Resistenza dentro e la rinnoviamo ogni anno. Non possiamo che fare quello che hanno fatto i nostri 12 maestri resistenti. La libertà ha bisogno di noi, più di quanto noi abbiamo bisogno di lei.

Paolo Pileri


Paolo Pileri, professore di pianificazione e progettazione urbanistica al Politecnico di Milano, è membro di gruppi di ricerca nazionali e internazionali e consulente scientifico di ministeri, enti pubblici, fondazioni e amministrazioni locali. Tiene corsi sia alla Scuola di Architettura sia a quella di Ingegneria del Politecnico di Milano. L’inclusione del tema del suolo e delle questioni ambientali, ecologiche e paesaggistiche nella pianificazione territoriale e urbanistica è da sempre il suo ambito di ricerca. È ideatore e responsabile scientifico di VENTO, un progetto di territorio attraverso una dorsale cicloturistica tra Venezia e Torino lungo il Po (www.progetto.vento.polimi.it).

Autore di oltre 300 tra articoli e libri sulla pianificazione urbanistica e ambientale e la mobilità sostenibile. Su Altreconomia cura la rubrica “Piano terra” (https://altreconomia.it/author/paolo-pileri/) Tra i suoi libri “Che cosa c’è sotto” (Altreconomia, 2015), “100 per salvare il suolo” (Altreconomia, 2018), “VENTO. La rivoluzione leggera a colpi di pedali e paesaggio” (con altri autori, Corraini, 2015), “Ciclabili e cammini per narrare territori”, (con altri autori, Ediciclo, 2018). Dal suo balcone di casa, durante l’isolamento COVID19, ha proposto con alcuni video delle Letture Antivirus: https://www.youtube.com/user/SuoloAmbientePaese

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