Lettera dal domani

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Marzo 2021. L’unica certezza è l’incertezza, aveva ragione Zigmunt Bauman.
Siamo usciti dal tunnel, non è andato tutto bene, ma siamo ancora qui.
E’ stato il momento dei medici, che ci hanno consentito di giungere fino ad oggi. Siamo stati molto sensibili ai temi della salute e ora ci accorgiamo che dobbiamo cambiare i nostri spazi di vita.
Molti spazi collettivi si sono dimostrati inadeguati alle modificazioni sociali e le case si sono dimostrate inospitali per periodi prolungati. E non per questione di dimensioni.

La pandemia ci ha confermato che viviamo in un mondo fragile -composto da individui fragili- dove il bene collettivo deve venire prima del bene individuale: ha cambiato alcune abitudini modificando i modi di vita, di relazione, di comportamento anche se lo smart working non ha cancellato il contatto con la realtà.
E’ il momento degli architetti, che prima erano diventati non utili a nessuno, vanitosi e individualisti, distanti dalla loro dimensione sociale, chiusi nella nostalgia del passato. Quelli che hanno saputo reinventarsi hanno il compito di intervenire in una realtà senza macerie. Nuove idee per nuove realtà.

L’esperienza del distanziamento sociale ci ha reso tutti più fragili, indifesi. Abbiamo sviluppato una nuova sensibilità che presuppone nuovi modelli: spazi liberi e accessibili, inondati da luce naturale, attorno a luoghi aperti, intrinsecamente ricchi di bellezza.
La bellezza sviluppa la conoscenza, crea senso di appartenenza e d’identità, rende riconoscibili i luoghi di vita. E ancora innovativi, autonomi energeticamente, riutilizzabili, fabbricabili a basso costo. Il senso della responsabilità sociale e ambientale ha riportato gli architetti a guardare da un diverso punto di vista con un’attenzione verso i più fragili: è il momento di imparare nuovi comportamenti e disimparare quelli che hanno originato gli errori.
Imparare a fare “cose” temporanee non da buttare ma da riusare.
Diverse, capaci di andare oltre all’inerzia delle abitudini che frena ogni cambiamento.
Nuove, partendo dall’idea che ciò che abbiamo fatto può essere ripensato in modi dapprima inesistenti.
Utili a produrre un diverso valore ambientale, sociale, economico, che implica lo spostamento della mentalità dell’architettura come se non ci fosse un domani a prevederne l’intero ciclo di vita.
Imparare a costruire cose essenziali, multiuso, libere: la stessa architettura è usata tutti i giorni dell’anno.
Imparare a imparare sempre per fare meglio perché la conoscenza è alla base della creatività.
Bisogna mettersi subito al lavoro, c’è molto da fare insieme per costruire un mondo migliore, c’è bisogno di cura, di rispetto, di solidarietà. Lasciare perdere gli stupidi e andare avanti.
Possiamo scegliere se prenderci per mano o finire in una fossa comune, ci aveva detto Zigmunt Bauman.

Autore
Andrea Rinaldi, Professore Aggregato Dipartimento di Architettura di Ferrara, Presidente Ordine Architetti PCC di Reggio Emilia

In copertina, Progetto Domani – Premio Ecoluoghi Ministero dell’Ambiente – 2018 di Laboratorio di Architettura

Architettura & Design è una rubrica curata dall’Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti, Conservatori di Reggio Emilia.  RIGENERA è il festival dell’architettura contemporanea che si terrà a Reggio Emilia per pensare alla città di domani più densa, versatile, bella, creativa, circolare, per le persone. Il Festival dell’Architettura è un progetto dell’Ordine degli Architetti PPC di Reggio Emilia promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo. Vincitore del bando “Festival dell’Architettura”.

 

 

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