FND / Aterballetto_1 meter CLOSER

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1 meter CLOSER è la videocreazione coreografica realizzata dalla Fondazione Nazionale della Danza / Aterballetto durante l’isolamento imposto dall’epidemia per Covid-19. Dopo la première su Rai 5 il 29 aprile in occasione della Giornata Internazionale della Danza è ora disponibile sul portale Eventi a casa tua.

Abbiamo posto alcune domande a Gigi Cristoforetti, direttore della Fondazione Nazionale della Danza / Aterballetto e ideatore del progetto.

Com’è nata l’idea della videocoreografia in quarantena e come l’hanno accolta i danzatori?

Sono partito dalla risposta a una domanda semplice: a che cosa servono gli artisti? A creare bellezza, a offrirci un immaginario più vasto dell’orizzonte consueto. Detto in questo modo, appare evidente come debba essere necessario continuare a farlo anche in queste condizioni. Certo, ora gli artisti sono rinchiusi, ma non è la prima volta nella storia. E abbiamo deciso di andare oltre il semplice racconto individuale della quarantena, con il danzatore che fa yoga o si prepara un pasto light, per cercare di fare qualcosa come compagnia, raccontando questo momento. Ed ecco il coreografo a Milano, la regista a Torino, il musicista a Londra e i danzatori a Reggio Emilia. Tutti hanno preso l’avventura con entusiasmo, per la novità, per l’oggettivo interesse della ricerca, e per la visibilità.

Che significato possiamo dare quest’anno alla Giornata Internazionale della Danza?

La danza è corpo, e il corpo è un grande strumento di comunicazione. Resta tale anche recluso, come le parole di un poeta possono nascere in qualsiasi momento e luogo. La vera differenza è la stessa per ogni manifestazione umana in questo momento. Siamo un po’ più soli, ma non per questo meno sensibili all’arte.

Come potrà l’arte, e la danza in particolare, contribuire alla ridefinizione culturale e sociale del mondo post-coronavirus?

Non credo che sia possibile proiettarci nel nostro futuro solo attraverso gli strumenti della tutela sanitaria ed economica. Questi sono la base, il centro di gravità. Ma se annichiliamo la certezza che l’uomo sa creare bellezza e raccontarla in una poliedricità di stati d’animo, tra i quali il piacere della ritualità collettiva, la storia c’insegna che siamo finiti come società. Diventiamo veramente quelle monadi isolate che per ora non siamo, se non fisicamente. Se Europa non mette in comune speranza e bellezza, ma solo problemi e conflitti, è già finita. Banalizzando: l’arte è la felicità del sentimento, come lo sport è quella del fisico. Non vediamo l’ora di rimettere lo sport – praticato o meno – nelle nostre vite, ma attenzione al ruolo dell’arte e della cultura.

Come si sta organizzando la Fondazione Nazionale della Danza / Aterballetto per il post-emergenza?

La parola d’ordine è continuare a sviluppare quella diversificazione che è stata uno dei miei primi obiettivi, per fortuna.

Noi siamo favoriti dal fatto che il mio arrivo alla Fondazione della Danza ha comunque coinciso con una reimpostazione profonda. In particolare con un’apertura che si è concentrata in due direzioni. I formati della programmazione, includendo quelli piccoli e quelli grandi, quelli lunghi e quelli cortissimi, quelli da palcoscenico e quelli site specific. L’ibridazione è l’altra direzione, cercando collaborazioni e co-creazioni con fotografia e arte, e mettendo in discussione sia i canoni di bellezza (in una produzione per bambini) che pensiamo acquisiti, che quelli di virtuosismo (in varie produzioni che hanno coinvolto interpreti disabili). E ora creiamo videodanza a distanza.

Di tutta questa ricchissima capacità creativa e diversificazione dell’offerta faremo ora il nostro punto di forza.

Coreografia: danzatori in collaborazione con Diego Tortelli
Riprese: danzatori in collaborazione con Valeria Civardi
Regia: Valeria Civardi e Diego Tortelli
Musica / composizione originale: Federico Bigonzetti
con il sostegno di Collezione Maramotti
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