Blu come il mare_Blu come l’Europa

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L’autre rive. ll progetto di Emeric Lhuisset a Reggio Emilia

di Virginia Cipressi

È pieno di desiderio di libertà il cuore di chi affida il suo futuro alle onde del Mediterraneo. È carburante la libertà. Per le menti, per i corpi, per i pensieri coraggiosi. Così inizia il viaggio.
E come in una danza angosciosa si muovono le onde del mare e con loro le vite delle persone che scappano, lasciando dietro di sé un passato doloroso che a fatica possiamo immaginare. E a volte le onde, voraci, se le prendono queste vite e danno luogo a tragedie così laceranti sulle nostre coscienze e al tempo stesso così silenziose.

E per chi resta il viaggio continua.

L’autre rive è un progetto fotografico che racconta questo viaggio. Il più rischioso di tutti. Emeric Lhuisset fotografa le storie di chi affronta il mediterraneo per raggiungere l’Europa in cerca di un domani più sicuro e forse più libero. Le sue fotografie ritraggono i volti di chi parte, il piatto profilo del mare, i giovani europei di seconda generazione, i luoghi cari a queste vite. Sono gesti quotidiani quelli che raccontano, liberi dalla retorica sensazionalistica, bassamente razzista o carica di pietà e dolore esasperati tipici della dialettica populista a cui ci stiamo sempre più abituando.
Esposto nel 2018 a Reggio Emilia nell’ambito dell’edizione di Fotografia Europea Rivoluzioni. Ribellioni, cambiamenti, utopie, il progetto di Emeric Lhuisset abitava l’allora nuovo Spazio U30Cinque, destinato a ospitare una serie di tre mostre, curate da Daniele De Luigi, dal titolo Azione e immaginario. Lo sguardo degli artisti under 35.

Accanto ai sette progetti di Giovane Fotografia Italiana #06 Activism e al lavoro di Calori & Maillard sulle ex officine Reggiane Energia Potenziale, i progetti di Federica Landi, Ana Catarina Pinho e Emeric Lhuisset erano chiamati a riflettere sull’identità del Mediterraneo in relazione al fenomeno migratorio, in una mostra a tre voci dal titolo Saggio sulla cecità. È in questo contesto che la città ha conosciuto il lavoro del giovane fotografo parigino, che utilizza il mezzo fotografico per veicolare un’analisi geopolitica degli eventi.

In mostra un grande e prezioso libro di immagini, L’autre rive, che si apriva spiegandosi pagina dopo pagina sopra il piano di un tavolo protetto da una teca di vetro. Un video, come incipit, mostrava un giovane uomo impegnato in una corsa affannata mentre superava una linea importante: una linea inventata che non esiste in natura, ma che gli uomini hanno tracciato e difendono con le armi e con il filo spinato. Il confine tra Siria e Turchia. Poi le foto, le immagini di L’autre rive, l’anima di questo ampio progetto che ha impegnato il fotografo per anni. Stampe di dimensioni diverse, alcune molto grandi, altre della dimensione di una cartolina.
E con lo sguardo che scorre rapito sulle immagini, ci si immerge nelle storie di queste persone e i nostri occhi vengono nutriti di sentimenti poco comuni. Lo sgomento, il dolore, l’impotenza, la gratitudine e la solidarietà.

Il tempo scorre, i giorni si rincorrono uno dopo l’altro e come tessere di un mosaico costruiscono la mappa delle nostre vite e nulla è fermo. Anche le stampe di Emeric Lhuisset cambiano col tempo e grazie alla tecnica con cui vengono trattate, la cianotipia, sono sensibili alla luce che giorno dopo giorno le porta a scomparire nel blu.
Lentamente le immagini che abbiamo osservato lasciano il posto a una serie di monocromi, di diverse dimensioni, alcune molto grandi, altre della dimensione di una cartolina. Come finestre aperte.
I volti, i luoghi, i gesti vengono fagocitati lentamente e inesorabilmente da un blu che ci ricorda così didascalicamente il colore del mare e a una riflessione più profonda anche il colore della nostra Europa, oggi più che mai chiamata a rispondere alla sfida di una ritrovata unità attenta alle persone e al tesoro più prezioso di tutti: la vita.

Perché nessuno venga lasciato indietro.

L’autre rive è un tributo a chi invece è stato lasciato indietro dall’indifferenza del mondo, senza fare rumore, scomparendo sul fondo di un mare che diventa per tutti liquido luogo di sepoltura della solidarietà.

Facebook @Emeric Lhuisset
Instagram @emericlhuisset
Web http://www.emericlhuisset.com/

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