Antonio Presti, la speranza della bellezza

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Di Stefania Vasques

Presidente della Fondazione Fiumara d’Arte, Antonio Presti è un siciliano che ha deciso di dedicare tutto se stesso, compreso il suo patrimonio personale, per far trionfare l’arte a servizio della bellezza condivisa e quindi la bellezza in tutte le sue forme.  Questa breve presentazione racconterà, in sintesi, il suo immenso lavoro per punti focali, nel tentativo di descrivere il suo percorso artistico e quindi di sintetizzare il suo pensiero al servizio della bellezza, strumento etico per la cura delle fragilità territoriali e sociali.  All’età di 29 anni eredita un grande patrimonio dal padre scomparso e con esso anche un’avviata azienda a Castel di Tusa specializzata nella produzione di materiali per la costruzione di strade. Dichiara che il patrimonio ereditato dal padre lo avrebbe devoluto all’arte, al servizio della bellezza e lo fa veramente. Abbandona l’azienda e si dedica unicamente all’arte e basa la sua vita non sul valore dell’accumulo e del potere economico che ne deriva ma sulla pratica del dono. La donazione come mezzo rivoluzionario di sovvertimento politico e sociale nel tentativo di curare e rieducare i luoghi abbandonati dalle istituzioni e innestare la speranza di una rinascita e possibile rinnovamento etico e culturale.  E coerentemente senza mai un cedimento e tenacemente senza cadere dagli attacchi di una società che concepisce il dono che un gesto folle, dedica tutta le sua vita a convertire il potere del denaro nel potere della bellezza tramite l’arte. Nasce così il Parco scultoreo di Fiumara d’Arte. Un’insieme di opere di grande imponenza e indiscusso valore artistico, realizzate da grandi artisti contemporanei,  si estende su una superficie di duecentomila mq nelle campagne del demanio pubblico del territorio siciliano e donate ai comuni di appartenenza per la creazione di un museo a cielo aperto. Crede che l’innesto di culture competenze e conoscenze e lo scambio siano le risorse più importanti per qualsiasi collettività. 

Organizza per anni nei paesi che rischiano l’abbandono una manifestazione detta  “Un chilometro di tela“, una prova estemporanea di pittura di centinaia di artisti e anche degli abitanti del luogo, su una lunghissima tela che attraversa le strade del paese. A fine edizione La tela viene tagliata e il lavoro di ciascun artista verrà donato agli abitanti del paese, le cui case spesso hanno anche ospitato l’artista e creando così un  Museo Domestico, creando inedite connessione tra artisti, pubblico, abitanti del paese e futuri turisti. L’opera quindi non si conclude nella realizzazione della tela ma nello scambio che gli abitanti del luogo beneficeranno nell’accogliere i turisti in visita.

A Castel di Tusa, un paese in riva al mare, a pochi chilometri dal parco di Fiumara d’Arte compra un albergo di 40 stanze, lo sventra e affida l’arredo di ogni stanza a un artista diverso. “L’arte va vissuta, deve entrare nel tuo quotidiano non può essere solo mera contemplazione, perché nella sua essenza statica autoriferita è già morta”. Nasce così l’Art Hotel Atelier. Di seguito alcune immagini di alcune stanze non per forza le più rappresentative.

Nel frattempo organizza l’evento di poesia L’Offerta della parola– poeti in treno, con i più grandi nomi della poesia italiana sui treni della Sicilia,donano poesie ai passeggeri e pendolari. Potere alla bellezza della parola. A Catania crea Casa D’arte Stesicorea –  invita diversi artisti a realizzare le stanze della propria abitazione e apre al pubblico la possibilità di visita gratuita. Saranno realizzate diverse edizioni.
Queste esperienze rafforzano la sua visione:
La bellezza e quindi l’arte deve essere donata mezzo di incontro di scambio espletata nel quotidiano vissuta e condivisa. L’arte è parola, è poesia, è conoscenza, potente mezzo metamorfico di trasmutazione delle coscienze e generatore di etica. L’arte quindi non è un mezzo di espressione del proprio ego ma uno strumento di produzione di bellezza universale a servizio del sociale. Con il suo lavoro incessante e sistematico si è dedicato alle periferie delle città e dei paesi in stato di abbandono costruendo relazione, innesti insoliti in luoghi abbandonati e dimenticati dalle istituzioni. 

 

Si dedica al sociale.
L’arte a servizio del sociale. Il dono: “Parte il progetto Terzocchio – Meridiani di Luce rivolto al quartiere periferico Librino di Catania.
 
Librino quartiere popolare di Catania è abitato da 100.000 persone di cui 10 mila bambini vera risorsa della collettività. Decide di lavorare con le scuole, grazie alla collaborazione entusiasta dei presidi,  e con gli artisti  per un lavoro di risanamento delle coscienze partendo dai bambini ancora in grado di stupirsi per poi conquistare le famiglie con l’obiettivo di creare un Museo a cielo Aperto in un quartiere satellite “evitato” in  periferia, con pochissimi collegamenti con la città. Artisti, architetti, poeti, scrittori, fotografi, insieme ai bambini  e le scuole di Librino creano delle opere risultato di un lavoro corale di relazioni e conoscenza oltre che di esperienza lavorativa e restituzione e scambio di competenze. Chiama a collaborare alcuni tra i più importanti fotografi e registi del mondo, con l’incarico di fotografare l’anima del quartiere: la gente. Il quartiere si popola di realtà differenti e si libera della connotazione di “quartiere pericoloso” che lo aveva contraddistinto dalla sua nascita. TerzOcchio – Meridiani di Luce punta sulla bellezza come mezzo per acquisire il diritto alla cittadinanza e per ritrovare l’identità attraverso l’orgoglio di essere cittadini, promuovendo il rispetto al territorio di Librino e il rispetto agli abitanti.
 
“Manifestare l’identità con la bellezza affermando la consapevolezza dell’essere bello e donando una “storia” che abbatta l’anonimato delle coscienze, problematica comune di tutte le periferie urbane della nostra contemporaneità.” (Tratto da biografia a cura di Gianfranco Molino)
Iniziano le riprese per 500 Spot per Librino150 poeti e di video maker e registi di tutta Italia realizzazione video che valorizzano l’identità del quartiere “ librino è bello”  attraverso la creazione di  spot pubblicitari mandate da tutte le emittenti private a posto della pubblicità.

 

Realizza diverse edizioni 500 bandiere per essere città, con diversi temi, (es. io sono acqua  – il pane non si butta- librino è bello ) un progetto di educazione alla cittadinanza realizzate dai bambini che afferma il suo essere città non più periferia, ma centro. «Il Librino è bello –. E la bellezza salverà il Librino». Librino è bello questo mantra  sarà ripetuto infinite volte nelle 5.000 bandiere realizzate dai bambini delle scuole di Librino. In seguito sempre a Librino realizza  il muro della bellezza”  opera unica, il più grande bassorilievo di arte contemporanea al mondo (alto 8 metri e lungo 500 mt  ). E’ il primo dono monumentale di Antonio Presti al quartiere di Librino e riconosciuto come tale dagli abitanti del quartiere che lo hanno protetto e custoditoLe opere, ispirate alla tematica della “Grande Madre” sono abbinate a testi poetici. Su una superficie di 500 metri di muro che attraversa il quartiere periferico di Librino e lo “taglia” in due,  sono state applicate  le formelle realizzate  dai bambini di  nove scuole elementari e medie del quartiere con 10.000 allievi guidati dagli artisti che firmano le diverse opere. Gli artisti ed i poeti hanno infatti lavorato per più di due anni direttamente nelle scuole con 2000 bambini.

Le forme di terracotta sono state modellate e firmate dagli alunni, divenuti così “giovani autori”,  con lo scopo di renderli protagonisti del percorso artistico-etico di cambiamento della storia del loro quartiere.  I bambini, lavorando insieme agli artisti per uno stesso progetto, non solo condividono il valore della bellezza, ma affermano il potere del cambiamento in un luogo dove l’aspettativa e la richiesta, finora, sono state disattese e disilluse”

“La Porta della Bellezza è oggi la metafora dell’accesso a una nuova coscienza di Librino e dei librinesi, di quei 2.000 giovani e di quelle 2.000 mamme che rivedono su quel muro un pezzo della loro vita.”
Ma il suo lavoro non si conclude qua e al “museo a cielo aperto“ di LIbrino Antonio regala una gigantografia  megainstallazione dedicata al Cantico dei Cantici e intitolata “Cantico di Librino“. Una meravigliosa installazione fatta con i ritratti dei mille abitanti del quartiere di ogni età — neonati, adolescenti, adulti e anziani — sui muri del quartiere, a pochi passi dalla Porta della Bellezza E quei mille volti, appesi canteranno le parole del cantico delle creature per creare il nuovo  «Cantico di Librino». Le foto verranno realizzate dai bambini che faranno i ritratti delle loro famiglie amici o parenti, seguiti da fotografi Artisti e professionisti, educati all’arte della fotografia. «La mia è una politica di bellezza contro la dittatura dell’ignoranza, che distrugge i luoghi della conoscenza destinando le nuove generazioni alla bruttezza e che compie una scelta di mediocrità contro la progettazione del futuro» esordisce Antonio Presti presentando l’esito di questo suo ultimo progetto, che non è invasione ma condivisione e che guarda, ancora una volta, soprattutto ai giovani. «L’emergenza della nostra contemporaneità sono l’ignoranza e l’analfabetismo funzionale di ritorno, fonti di schiavitù. Per questo dico ai ragazzi che devono fare la rivoluzione, ma armati di libri e di conoscenza di parole, solo così conquisteranno la libertà. Non fatevi più sincopare nelle emozioni, amplificatele!» aggiunge l’artista «anarchico e abusivo», come lui stesso si definisce. Il suo è un invito a «spegnere i cellulari e a riaccendere lo spirito», a farsi ispirare dal Cantico di Francesco che «restituisce armonia universale tra le creature nel segno del divino» e a «spiegare il bello e il buono ai nostri figli per nutrirli con il modello della conoscenza e instradarli alla bellezza». Perché «quando un cittadino protegge la bellezza, non è più un cittadino a rischio».  Gli abitanti di Librino lo sanno. Lo hanno fatto, con la Porta, e continuano a farlo, con il Cantico. Che Presti descrive come «un’opera monumentale che usa il linguaggio storico impresso nella fotografia, un lavoro cinetico contro l’ordinario che mortifica l’anima, un ricongiungimento con il sublime, un lavoro maieutico da consegnare alle scuole nel segno della continuità in nome dell’arte».

Il prossimo progetto la porta della Sicilia, lungo un nuovo portale di ingresso al quartiere per cui Librino non è più periferia ma centro della Sicilia e del mondo nel tentativo di sovvertire il concetto di “sub”-borgo. Oggi Librino è un quartiere dignitoso visitato da turisti e sempre più osservato dalle istituzioni ma soprattutto è abitato da bambini orgogliosi del loro quartiere e di fare parte di un progetto artistico che renderà questo posto bello e soprattutto un luogo di crescita non solo fisica ma anche morale ed etica …perché quando un luogo è bello si diventa belli….Questo articolo è un vago tentativo di sintetizzare il lavoro di Antonio Presti vasto sia per la mole delle creazioni compiute, sia per la ricchezza dei suoi contenuti che non si esplicano solo nell’opera compiuta ma proprio nella sua genesi, nella sua creazione e fattiva realizzazione, l’opera è fatta anche delle migliaia di persone che mette insieme di diversa provenienza economica, sociale, culturale, competenza ed età ed il suo valore si arricchisce di questo incontro.Un popolo militante in nome della bellezza che all’unisono crea l’Opera fatta del suo divenire e del suo processo di creazione. Un’ opera che sarà il risultato dello scambio e della collaborazione, in un nuovo luogo sospeso tra realtà e utopia dove ogni barriera differenza e fragilità viene eliminata nutriti dalla “speranza” “concreta” della trasformazione grazie al dono e alla bellezza.Personalmente ho avuto la fortuna di conoscere il suo lavoro e vedere Antonio in azione. La sua forza instancabile, la sua determinazione, la sua capacità di coinvolgere flotte di bambini a cui parla personalmente ripetendo migliaia di volte la parola “bellezza” e “dono” ma sempre in un modo nuovo, con una tenacia che non vede ostacoli, crea una sospensione temporale con il contemporaneo che basa la propria economia solo sulla logica del profitto e della convenienza. Questa testimonianza nella mia vita personalmente mi ha trasformato, mi ha regalato la gioia della speranza che il “bello” esiste veramente, al di là di ogni limite e confine.

Graze Antonio.
www.ateliersulmare.com


Stefania Vasques


Stefania Vasques Studio

Stefania Vasques nasce a Catania. Vive e lavora a Milano. Architetto, designer e stylist collabora con le migliori testate che si occupano di arredamento e design. Collabora come designer con L’abitare, Corrado Corradi, Diamantini e Domeniconi, Danese e Sambonet. Fa parte di un gruppo di designer “Officina Temporanea” che insieme ad “Artigiani officina” autoproducono pezzi di serie limitata, espressione di un tema o di un uso. Crede che il compito del designer sia quello di creare oggetti “utili”.

Ama tutto quello che spontaneamente offre la natura perché ricco di una saggezza antica e di una conoscenza ancora da scoprire. Ama il bello come risorsa per tutti e come valore. Ama l’arte, la cioccolata, la bicicletta, i pannelli solari, il fotovoltaico, l’olio di oliva, l’olio di colza, la Sicilia, la sua famiglia, gli amici, Officina Temporanea, Klab, il mare, gli alberi, le piante officinali e aromatiche, la medicina naturale e tutta la gente di buona volontà.

Ph. Giorgio Possenti 

 

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