Andy Cross_Libertà della pittura, libertà del pittore

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Cosa significa sentirsi libero per un artista contemporaneo che si esprime con la pittura?
Andy Cross (nato nel 1979, di base a New York) riflette sul suo modo di essere a contatto con la libertà e di restituirne il valore, attraverso alcuni recenti ritratti ripresi nel suo studio.
La pittura di Cross è immediata e ad un essenziale uso del pigmento corrisponde un’elaborata e articolata composizione figurativa. Spesso l’artista indaga la storia, soprattutto americana e occidentale, attraverso un’esplorazione a tutto tondo (geografica, scientifica, politica e culturale). Per Cross la società occidentale tende a dominare tutto ciò che viene scoperto, cosicché “esplorazione” e sfruttamento risultano strettamente connessi. Cross riconsidera i suoi ideali, critica la moderna politica mondiale interrogandosi su cosa sia realmente cambiato rispetto al passato e manifesta il suo disagio con tratti forti nellasua pittura.
Andy Cross è presente con le sue opere nella Collezione Maramotti, dove nel 2013 ha presentato la mostra “House Painter”.
 
 

 

Credo che la libertà sia un soggetto complicato nell’arte contemporanea.
Spesso pensiamo alla libertà come alla rottura delle regole, come a fare qualcosa di spontaneo e creativo, qualcosa che non si è mai visto prima.
Ma questo è stato realizzato molto bene se guardiamo all’astrattismo, ad esempio all’espressionismo astratto, al minimalismo, e a molti altri movimenti artistici dei due secoli passati. Quegli artisti hanno fatto un lavoro incredibile, escludendo applicazioni tecniche della pittura e spingendola al limite. Sono molto interessato a tutti gli aspetti della pittura, che sia astratta o testuale, o come vedete qui, al ritratto a figura intera. Come pittore, io trovo maggiore libertà nella combinazione di stili e generi piuttosto che nell’esclusione e nella specializzazione nella mia pratica. Un vero sentimento di libertà, per me, può derivare solo quando ho interiorizzato tutti gli aspetti della pittura, quando ci ho preso la mano, per così dire, e lavoro in modo diretto e intuitivo. Quando non penso troppo o non analizzo troppo e il lavoro fluisce, per me quella è la sensazione più bella di libertà.
Questi sono aspetti del lavoro, e comunque tutti questi sono ritratti. Li vedo come persone che sono ambasciatrici di diversità e rappresentanti di libertà ed espressione del sé. Mi ispiro a pose di figure classiche della pittura di corte degli antichi maestri, tra i miei preferiti da Velázquez, eppure loro non sono re, regine, o personaggi aristocratici.
Non li dipingo per il loro ruolo, per il titolo o per la posizione di potere che ricoprono. Eppure sono potenti, e questo perché sono individui che spingono oltre i limiti stilistici, sono colonne, archetipi della libertà dell’espressione personale e della diversità dell’esperienza umana.

 

I believe freedom is a tricky subject in contemporary art.
We often think of freedom as breaking the rules, doing something wild and creative, doing something we’ve never seen before.
However, this has been done very well considering abstraction, abstract expressionism, minimalism, and any of the movements of the past two centuries. These artists did an amazing job isolating technical applications of paint and pushing it to an extreme.  I’m a huge fan of all aspects of painting, whether it is abstraction or text painting as well as, as you see here, standing portraiture. As a painter I find more freedom by combining styles and genres rather than excluding and narrowing my practice. A true feeling of freedom for me only comes when I’ve internalized all these aspects of painting and really get in the zone so to speak and work directly and intuitively.
When I am not over-thinking and over-analyzing and the work is flowing, that is the most beautiful feeling of freedom for me.
These are aspects of working and yet all of these are portraits. I see them as people who are ambassadors of diversity and representatives of freedom as self-expression. I am borrowing from classical figure poses from court paintings by the old masters, my absolute favourite in Velázquez, and yet these are not kings and queens, o aristocrates.
I am not painting them because of the office they hold, titles or positions of power. They are powerful though, and that is as individuals who are pushing stylistic boundaries, who are standing poles, as archetypes representing the freedom of personal expression and the diversity of human experience.

 

In copertina Freedom in the painter’s studio, Courtesy and © Andy Cross

 

Sito internet collezionemaramotti.org/it
Instagram @collezione_maramotti

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