In Genere

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In genere le donne vengono viste come custodi del focolare, portatrici di un dono naturale che le lega inesorabilmente alla cura e alla protezione. Tracciano le loro storie nomi e parole ricorrenti: gentili, pazienti, accudenti, amorevoli, dolci. Lontano dagli stereotipi l’idea che le donne possano essere audaci, determinate, intelligenti, coraggiose, pioniere. La realtà è sfaccettata e la casistica delle combinazioni infinita, ma occorre che venga lasciato alle donne lo spazio e il tempo per dare riverbero alla loro pluralità. Il genere è un costrutto sociale, non è un destino prestabilito.

Viviamo immersi negli stereotipi, tra i quali non mancano quelli di genere: ci aiutano ad orientarci nelle relazioni e sono un toccasana di semplificazione della complessità intrinseca della vita. Gli stereotipi di genere hanno senza dubbio una funzione rassicurante: chiariscono il ruolo maschile e quello femminile. Ma questi spartiacque influenzano i desideri delle donne e i comportamenti verso le donne, limitano la libertà di azione ed espressione, arrivando anche a fornire giustificazione a violenze psicologiche e maltrattamenti. Le disuguaglianze di genere possono condizionare il futuro e lo sviluppo delle bambine, delle adolescenti e delle donne.
Ma se si presta attenzione a ciò che le donne ci dicono, affiora con chiarezza la volontà di unire le forze verso una cultura inclusiva della diversità che promuove l’uguaglianza nella differenza. È il tempo delle donne, non solo l’8 marzo, ma Trecentosessantacinque giorni l’anno.

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In copertina, Alessandra Calò, Kochan, 2018
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