Fondazione I Teatri_LES MURS ONT LA PAROLE

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Les murs ont la parole. Suoni intorno al 68 Mirco Ghirardini - Andrea Rebaudengo - Simone Beneventi

In questo concerto, andato in scena nell’ottobre 2018 sul Palcoscenico del Teatro Valli per il festival Aperto, come non si suol dire, Mirco Ghirardini, clarinetti e sax, Andrea Rebaudengo, pianoforte, Simone Beneventi, percussioni hanno “combinato un ’68”, ovvero un’escursione musicale prima durante e dopo l’anno fatidico 1968.
L’anno in cui, secondo lo slogan del maggio parigino, i “muri hanno la parola”. C’est à dire que: l’imprevisto prende la parola, le gerarchie si ritrovano corrose, l’immaginazione cerca il potere, la trasgressione sostituisce l’obbedienza, così nelle piazze e nella protesta come nelle arti e nei linguaggi.
Gli studenti, gli operai, i costumi, il sesso – certo – ma anche la musica che disconosce l’accademia, o la schernisce con gusto.
Del primo evento sociale global-mediatico della storia (guerre escluse) questo programma restituisce un’immagine infatti globale ed eclettica: un concerto di musica classica che snobba le forme classiche. Con autori provenienti dal mondo occidentale e dal mondo sovietico, dall’Europa e dall’America bianca, nera e multietnica; pezzi che elevano un’ode non all’amata o alla nazione, ma al “Che”, o che nell’omaggiare Beethoven lo satireggiano, o rivendicano la specificità nera o popolare, o piegano la tecnologia a modi ironico-creativi, o prescindono addirittura da strumenti musicali, o sconfinano nell’azione happening.
La nuova composizione, commissionata appositamente per l’occasione a Giovanni Mancuso, sguardo a posteriori da 50 anni di distanza, partecipe ma fatalmente disincantato, si presenta come “azione politicomagicoacustica su canzoni del Maggio 68”. Si chiama Revolution n. 68 Free Mystic Kabarett e l’autore così la spiega: “Slogan di piazza, canzoni dimenticate, invisibili elicotteri, deliri ritmici, megafoni, dischi, forbici, ocarine…. Un “tutto, subito” concentrato in un microteatrino di utopie realizzate.
I 10 quadri di Revolution n. 68 sono un libero kabarett di immagini sognate, la carnalita’ urgente di rivoluzioni che si trasformano in una successione di visioni oniriche nel gioco ironico e autoironico di una mistica privata e surreale.
Ecco, dopo cinquant’anni, la mia nostalgia del futuro”.

https://vimeo.com/358844161

Mirco Ghirardini, clarinetti e sax
Andrea Rebaudengo, pianoforte
Simone Beneventi, percussioni

Programma:
00:00 Edison Denisov, Ode a Che Guevara, per clarinetto, pianoforte e percussioni (1968)
09:40 Mauricio Kagel, Ludvig van. Homage by Beethoven, per organico indeterminato (1970)
22:10 Luis Andriessen, Trepidus, per pianoforte solo (1983)
31:35 Nam June Paik, Solo for Violin (1962 – performance)
35:30 Eric Dolphy, God Bless the Child, per clarinetto basso solo (1963)
44:00 Davide Mosconi, Grande accordo cromatico (1976 – performance)
46:50 Ornette Coleman, Broadway Blues, per sax, pianoforte e percussioni (1968 – arr. Rebaudengo)
52:00 Giovanni Mancuso, Revolution no. 68 – Free Mystic Kabarett (2018)
01:16:30 Steve Reich, Pendulum music, per microfoni, monitor amplificatori e performer (1968)

 

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