Alberto Franchetti_Una gran serata a Teatro, 1888

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Una gran serata a teatro: Asrael, opera del barone Alberto Franchetti

All’indomani della prima di Asrael, opera del barone Alberto Franchetti (Torino, 1860 – Viareggio, 1942), il quale fece parte della cosiddetta ‘Giovane Scuola’ insieme ad autori del calibro di Giacomo Puccini, Umberto Giordano e Pietro Mascagni, venne pubblicato l’articolo che segue sul periodico bolognese “Interessi locali”. Il compositore, nato a Torino dal barone Raimondo Franchetti sr. e da Sara Luisa Rothschild, può essere considerato reggiano di adozione, in quanto le vicende della sua famiglia e la sua carriera artistica si intrecciano fortemente con la storia di Reggio Emilia.

Alberto Franchetti e Reggio Emilia

Avviato alla musica dalla madre e sostenuto dalle facoltose condizioni economiche della famiglia, studiò a Venezia, Monaco di Baviera e Dresda – dove si diplomò in composizione con il massimo dei voti –, dotandosi di una solida e aggiornata tecnica compositiva.

La sua prima prova operistica, Asrael, fu rappresentata con grande successo di pubblico a Reggio nel 1888; sempre nella nostra città nacquero, su libretto di Luigi Illica, le opere Cristoforo Colombo, composta in occasione del quarto centenario della scoperta dell’America e rappresentata a Genova nel 1892 con la direzione di Luigi Mancinelli (cui dalla terza recita subentrò Arturo Toscanini), e Germania, rappresentata al Teatro alla Scala di Milano nel 1902, con Enrico Caruso come protagonista e diretta da Toscanini. Nel 1888, anno del suo esordio nell’opera lirica con Asrael, Alberto Franchetti si unisce in matrimonio a Reggio Emilia con Margherita Levi. Dal matrimonio nascerà fra gli altri Raimondo Franchetti jr., uno dei più importanti e famosi esploratori del XX secolo che lascerà ai Musei Civici il materiale raccolto nel corso delle sue spedizioni africane.

In relazione agli altri contatti “reggiani” della famiglia si segnala infine la figura di Raimondo Franchetti sr. (1829-1905): padre di Alberto, aveva investito negli allevamenti equini del mantovano, nelle bonifiche venete, nella produzione vinicola e olearia in Toscana, divenendo il primo e più importante imprenditore agricolo italiano del suo tempo; tra le altre attività, sulle colline intorno a Reggio Emilia fondò nel 1878 la tenuta del Cavazzone, che ben presto divenne un esempio di azienda agricola italiana all’avanguardia.


Pio Benizzi, La grande serata di Asrael, da “Interessi Locali”, Bologna, 20 febbraio 1888

Prima dello spettacolo.

La città offre un aspetto eccezionalmente animato. Tutti i treni in arrivo sono carichi di forestieri che vengono ad assistere alla prima rappresentazione dell’Asrael che tutto concorre ad assicurare come sia per fare epoca nei fasti della lirica musicale italiana. Dinanzi al nuovo elegantissimo Hotel Centrale stazionano gruppi di forestieri, di giornalisti e di artisti.
Alle 4 del pomeriggio la gente comincia già ad affollarsi alle porte del teatro, e cresce, cresce sempre, e fa coda. Il camerino del teatro è letteralmente assediato da persone che cercano posti, posti e posti pur che siano, da pagarsi a qualunque prezzo; ma a tutti si deve rispondere lo stesso ritornello – esaurito tutto, tutto esaurito.
Si ricorre al signor Azzali, segretario generale del barone Raimondo Franchetti, che con quella cortesia che così squisitamente lo distingue, deve, sebbene con evidente dispiacenza, ripetere a tutti la stessa sacramentale formula – esaurito tutto, tutto esaurito; si giunge perfino a fare richiesta personale allo stesso comm. Franchetti; ma sempre infruttuosamente, giacché non è possibile che ripetere l’identico ritornello. E questa caccia insistente, spietata ad un biglietto d’ingresso non lascia adito che ad un po’ di bagarinaggio, ridotto a proporzioni affatto insignificanti per le disposizioni al riguardo prese ed energicamente sorvegliate dall’intero personale dell’amministrazione Franchetti.  Le vie sono invase da un centinaio di ragazzi che urlano l’Asrael, vendendo i libretti dell’opera. Il titolo dell’opera è stampato a grandi caratteri su tutti i muri. Da Nazzari, il noto confetturiere, sono in vendite eleganti bomboniere Asrael a libro. È un’esaltazione, un delirio. Per le vie non si sente parlar d’altro che dell’Asrael, e reggiani e forestieri non sono divisi più che in due categorie: quelli che potranno andare all’Asrael e quelli che non potranno andarvi.

Il biglietto d’ingresso.

Caratteristico è il biglietto d’ingresso che è rappresentato da una semplice carta da visita, circondata da strisce nere a lutto – il barone Raimondo Franchetti è in lutto per la morte del padre – sulla quale in bell’inglese sono litografate le parole: Biglietto d’ingresso per la prima dell’Asrael.

L’aspetto del Teatro.

L’aspetto del Teatro, poco prima delle 8, è meraviglioso, imponente, splendidissimo, quale non può essersi mai visto. Un solo palco vuoto per causa di lutto; in tutti gli altri si annida un numero di spettatori affatto eccezionale – In un palco si vedono fare capolino fino undici teste.
I giornali italiani sono largamente rappresentati […]. Fra i rappresentanti dei giornali esteri sono indicati quelli del Times, della Koelnische Zeitung, del Frankfurter Zeitung, del Berliner Tageblatt, della Neue Frei Presse, ed il Tremant del Figaro. Il marchese d’Arcais dell’Opinione erasi fatto scusare per la malattia dalla quale era colpita la sua Signora. Si notano ancora Ricordi, Himeng, Edel, Ugo Pesci ed altre notabilità delle quali ci sfugge il nome. Uno sguardo ai palchi in cui si ammirano toilettes splendidissime.
La fine fleure dell’aristocrazia e della bellezza della città di Lepido era au grand complet. Ne sono splendido ornamento la contessa Rocca Saporiti, la contessa Rangoni, la marchesa Malaspina, la contessa Leocadia Venturi Palazzi, la contessa Vergnani, la marchesa Taccoli, la contessa Liberati, la contessa Vezzani, la contessa Riva Trivelli, la contessa Montecuccoli, la contessa Camerini, le signorine Spadoni, Bagnoli, Bongiovanni, Monzani, le contessine Fossa, le signorine Sidoli, Giovannini, ed altre ed altre. Poi si distinguevano molte altre Signore venute da Modena, Bologna e Parma, ed i stessi posti d’orchestra erano graziosamente abbelliti da belle ed elegantissime Signore e Signorine, indigene ed estere. […]
Quasi al di sopra in seconda fila un’altra figura raffaellesca, dal profilo di caméo e dalle chiome corvine, in elegante e succinta toilette bleu ciel con una stupenda broche in perle e brillanti, mal tradiva la sua continua e profonda emozione ed era oggetto della generale attenzione: la signorina Margherita Levi, che in breve sarà la baronessa Franchetti. E come non ricordare la baronessa Rothscild-Franchetti, madre al giovane barone Alberto che commosso fino alle lagrime assisteva al trionfo del figliuol suo dal palco di proscenio a destra, a questa eletta donna, anima di artista che non poteva, nè sapeva altra gioia maggiore augurarsi del premio che era per toccare in questa memore serata al dilettissimo suo?

L’opera.

Alle ore 8 precise il maestro Alberto Franchetti sale allo scanno di direttore salutato da un generale, immenso, prolungato applauso. Poi si fa un silenzio profondo, solenne, che fotografa fedelmente l’importanza del grande avvenimento che sta per compiersi.

Il preludio.

S’incomincia.
Il preludio, di un’accurata e squisita fattura, di un effetto bellissimo, accenna ai due temi principali dell’opera, l’uno infernale reso stupendamente con uno stridente – veramente infernale – per parte delle trombe; etereo l’altro che richiama la scena del paradiso. Alla fine del preludio scoppia un applauso generale che naturalmente a sua volta preludia agli altri moltissimi, assordanti che acclameranno alla nuova gloria dell’arte lirica.

Continua a leggere il resoconto degli atti […]

Il Verdetto.

Il verdetto è stato solenne, imponente, entusiastico, a voti unanimi espresso, ed è riuscito tale attestazione gloriosa di merito da renderne, e giustamente, non solo onorato il giovane Maestro Franchetti, ma qualunque altro Maestro anche provetto e non nuovo ai splendidi trionfi dell’arte. L’Asrael ha indubbiamente assicurato all’Autore suo un posto distinto fra i più eletti cultori della lirica musicale; e questo posto distinto – teniamo ad affermarlo altamente – non venne dal barone Franchetti conquistato coi milioni, dei quali è fortunato, ed ancora invidiato, possessore, ma a forza di costanza, mai intiepidita, nello studio e nel lavoro. Sgraziatamente non sono molti coloro che avendo sortito natali cospicui col corredo di cospicuo censo si dedicano con tanto amore, e tanta tenacità, alla cultura delle scienze e delle arti, ed è perciò che il trionfo decretato nella sera dell’11 febbraio 1888 al giovane barone Alberto Franchetti è degno ancora di nota particolare, perché esorbita affatto dalla cerchia di ciò, che costituisce ormai una consuetudine, l’educazione anzi del Paese – Almeno l’esempio nobilissimo del Franchetti trovasse numerosi, e come Lui, valenti imitatori!

Voto ed Imene.

Sorse trionfalmente splendida e lusinghiera l’aurora della vita artistica del maestro Alberto Franchetti. Ma l’arte è egoista, e non si acqueta delle promesse, per quanto rigogliose, dell’aurora, mi esige per se la giornata intera dei propri cultori, ed una giornata singolarmente e trionfalmente operosa. Il barone Franchetti ha fibra, ingegno, genio e studio per non defraudare le esigenti speranze dell’arte, ed al barone Franchetti sorride procacissimo l’avvenire di artista. E come potrebbe non sorridere ad Alberto Franchetti questo procace avvenire di artista, quando all’avvenire stesso è per presiedere, fata graziosissima, musa ispiratrice, la nobile signorina Margherita Levi che coi rosei nodi d’Imene sta per immedesimare la propria alla esistenza sua?Non aduliamo, ma scriviamo per vero dire, perché ci suggerisce radicata, profonda convinzione. L’aristocrazia, dei natali, del censo, della virtù, del genio, si fusero mai in connubio più felice ed omogeneo quale ci offre la graziosissima e nobile coppia Margherita Levi ed Alberto Franchetti?… Non lo crediamo.

Pio Benizzi, 20 febbraio 1888

Video: presentazione del volume Alberto Franchetti. L’uomo, il compositore, l’artista a cura di RICHARD ERKENS e PAOLO GIORGI (Libreria Musicale Italiana, Lucca, 2015).
Intervengono RENATO BADALÌ, RICHARD ERKENS, PAOLO GIORGI

Testo introduttivo di Silvia Perucchetti – Associazione per il Musicista Alberto Franchetti
Sito: https://associazionealbertofranchetti.com/
In copertina, Asrael – Milano 1903 – cartolina prima scena inferno 

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