Come regalare il mare?

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di Alessandro Gazzotti
responsabile delle collezioni artistiche
dei Musei Civici di Reggio Emilia

Riapre i suoi tornanti all’isola via Krupp,

tributo dell’uomo alla bellezza della natura e simbolo

eterno di libertà

Iscrizione posta all’ingresso della Via Krupp a Capri

Se penso a qualcuno che la libertà l’ha saputa guadagnare e praticare, penso a Rosanna Chiessi. Una donna che ha esperito tutte i vantaggi, ma anche i sacrifici e le responsabilità, del praticare la libertà attraverso scelte coerenti, difficili, anticonformiste. Un ruolo fondamentale l’ha avuto la conoscenza e la frequentazione dell’arte e soprattutto degli artisti, con cui Rosanna ha sempre avuto una straordinaria capacità di relazione. In particolare, Rosanna amava ricordare un incontro che descriveva come una vera rivelazione, spartiacque tra quello che aveva realizzato finora ad allora e quello che avrebbe fatto poi: quello con Joseph Beuys nel 1969. Ma anche il rapporto con la figura carismatica e intransigente di Emilio Villa, che definiva il suo “maestro”, e con l’amico di una vita Corrado Costa sono tasselli essenziali per comprendere il suo lavoro. Se aggiungiamo a questi nomi per completezza gli amici americani del movimento Fluxus e i viennesi dell’Orgien Mysterien Theatre di Hermann Nitsch si comprende meglio la volontà di legarsi ad artisti fuori dai contesti, che scelgono di prendere parte al flusso della vita. La libertà era la base del suo lavoro, era l’essenza stessa del suo modo di concepire le arti e il loro rapporto con il mondo e con la vita delle persone.

Riguardo il periodo in cui ho lavorato con Rosanna all’Archivio Pari & Dispari, tra le varie esperienze ce n’è una in particolare che ricollego più facilmente a questo tema, perché mi ritrovai a Capri, vestito di bianco e con in mano il mare di Bruno Picariello, un lunghissimo telo azzurro su cui sarebbero ondeggiate sotto il sole di fine luglio le parole bianche di Nanni Balestrini.

Quando Rosanna e l’artista Bruno Picariello progettarono questa immensa opera – performance per la sua amata Capri, dove già aveva vissuto per anni a Casa Malaparte facendola rivivere attraverso performance, eventi e mostre, partirono dall’idea di donare la cosa che dell’isola amava di più: il mare. Poteva apparire un pensiero immaginifico ma in realtà si stava già elaborando qualcosa di più concreto, perché Rosanna non credeva che l’arte si limitasse a rappresentare la realtà, ma che vivesse in essa e con essa. Rosanna e Bruno volevano davvero regalare il mare.

Via Krupp, l’iconica strada che collega i Giardini di Augusto di Capri a Marina Piccola, voluta da Friedrich Alfred Krupp nel 1899 e terminata nel 1902 su progetto di Emilio Mayer, era da poco stata riaperta al pubblico nel 2008, dopo vari tentativi falliti negli anni precedenti a causa della pericolosità della fragile scogliera nella quale la strada è scavata. Questa strada è un meraviglioso segno tracciato nella roccia aspra e imponente a picco sul mare; una linea sinuosa, quasi un’operazione di land art ante litteram. Gli amministratori cercavano di rilanciarla attraverso iniziative nei mesi estivi, e Rosanna non si fece sfuggire l’occasione.

Ma come regalare il mare? Picariello predispose un tessuto azzurro lungo circa un chilometro che doveva accompagnare verso il mare lo sguardo e i passi delle persone. Il tessuto era impreziosito dalle parole di Nanni Balestrini, che Picariello tracciò con un grosso pennello bianco, a che accompagnavano le persone scendendo verso marina piccola. La poesia di Balestrini, Viaggio, sembrava descrivere in un passaggio il contesto dell’opera, e tutto ciò facendone parte:

corriamo verso l’orizzonte è tardi

gli orizzonti si succedono agli orizzonti

gli occhi fissi all’orizzonte e i capelli al vento

tutto passa

tra le onde ignote e i cieli

strada che attraversa una montagna

(…)

Via Krupp, Regalare il mare, Capri, 28 luglio 2009

La grande installazione fu realizzata grazie alla collaborazione con la Fondazione Morra, da sempre in stretta collaborazione con il lavoro di Rosanna, l’Archivio Pari & Dispari, il Comune di Capri e l’associazione Antemussa – l’isola della conoscenza. Come tutti i suoi progetti, il processo di realizzazione era l’opera stessa, e la presenza dei visitatori, il passaggio delle persone avrebbe finalizzato tutto il lavoro: l’opera infatti non voleva rendere un luogo già di per sé iconico scenografia da cogliere in uno sguardo dall’alto, ma doveva continuare ad essere vissuto, passaggio quotidiano in cui irrompe l’inatteso o, come ha scritto Achille Bonito Oliva, uno “stato di turbolenza”.

La mattina del 28 luglio 2009 dalla terrazza dei giardini di Augusto il pavimento di via Krupp si colorava progressivamente di blu riproducendo il riverbero mobile dell’acqua appena increspata. Bruno Picariello e i suoi assistenti, tra cui me, vestiti di bianco, srotolavano e fissavano sulle pietre la striscia di stoffa lunga centinaia di metri mentre le parole bianche ricomponevano in corso d’opera la poesia di Balestrini. Stendemmo il nastro sui ripidi tornanti della via e su di esso le strisce di tessuto, ancorate ma libere di muoversi, di scorrere e percorrere i tornanti stretti di Via Krupp. La giornata era incredibilmente limpida e calda, il lavoro procedeva rapidamente e di tanto in tanto qualche turista scendeva lungo la via incuriosito. alcuni passanti sceglievano le parole più adatte e si facevano fotografare accanto ad esse. Molti facevano domande. Si poteva calpestare? Certo.

Nel tardo pomeriggio, quando il sole cedeva il passo all’ombra lungo i tornanti della via, il mare di Picariello e Balestrini veniva tagliato a pezzi, i versi frammentati in parole, o sillabe, o anche singole lettere; chi passava di lì poteva scegliere il proprio frammento e portarlo a casa.

L’inaugurazione fu impreziosita dal saluto di Nanni Balestrini, che aprì il cancello ai visitatori, e dalle parole di Achille Bonito Oliva che introdusse l’operazione. La poetessa Giovanna Marmo leggeva i versi di Balestrini con un megafono mentre accompagnava le persone lungo i tornanti di Via Krupp; io e Bruno Picariello tagliavamo frammenti di un metro di mare. Il mare, riprodotto dall’artista, è diventato cosa umana; la linea di stoffa donata si è trasformata, come in un rito, non nell’immagine del mare, ma nel vero mare. Un piccolo pezzo di mare, che a sua volta contiene un piccolo frammento di Viaggio.

In copertina Bruno Picariello, Regalare il mare, Capri, 28 luglio 2009

 

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